«Perché penso a lui così tanto e con così grande antipatia?» annota Klaus Mann nel suo diario la vigilia di Natale del 1931. Alludeva a Gustaf Gründgens, attore e regista verso il quale provava un’avversione prima di tutto personale. Aveva tentato di liberarsene ritraendolo in uno dei personaggi, il ballerino carrierista Gregor Gregori, del romanzo Punto di incontro all’infinito. Invece continua a non poter fare a meno di dedicargli «molti pensieri adirati», come scrive ancora nel diario. Aveva ammirato il suo straordinario talento vedendolo recitare nella messinscena del suo primo dramma, Anja e Esther, nell’ottobre del 1925, ai Kammerspiele di...