Con l’avvicinarsi della stagione estiva – la più profittevole per le compagnie – riparte la lotta dei lavoratori del trasporto aereo mentre la telenovela Lufthansa non si chiude e Ita nei tribunali continua nel tentativo di nascondere il contratto con cui ha acquistato da Alitalia l’intero ramo di azienda Aviation.

COME ANTICIPATO dal manifesto il 21 aprile, iniziano però a esserci parecchi giudici del Lavoro che intimano a Ita di produrre il contratto, decisivo per stabilire la prosecuzione dell’attività e l’esito delle oltre 1.100 cause dei lavoratori esclusi che chiedono il reintegro in nome dell’articolo 2112 del Codice civile, che riconosce in caso di trasferimento d’azienda o di un suo ramo come «il rapporto di lavoro continua con il cessionario ed il lavoratore conserva tutti i diritti che ne derivano».
Anche ieri, in una delle tante cause in corso, gli avvocati di Ita si sono rifiutati di mostrare il contratto ma sono stati costretti a farlo dal giudice.

Come dimostra anche il documento del 13 ottobre del 2021 – con cui i commissari di Alitalia accettavano le indicazioni del Mef di vendere in blocco l’intero perimetro «aviation» – la vendita è stata effettuata in blocco: «aeromobili, slot, know how, banche dati, sistemi informativi». Insomma, tutto tranne «il marchio» e il «sistema loyalty Millemiglia». Tanto che nella penultima delle 68 pagine – molte delle quali interamente «omissis» – i commissari ammettono candidamente che si tratta del «ramo Aviaton», uso del termine che rafforza fortemente le cause di lavoro per reintegro.

Intanto, nonostante i tentativi di Ita, le memorie degli avvocati vengono lette dai lavoratori interessati e ieri il sindacato Cub – citando l’articolo del manifesto – ha denunciato come «finalmente si incrina il muro di omertà: finalmente i legali della Cub trasporti hanno avuto notizia dei contenuti del contratto Alitalia-Ita, altro che segreti industriali da tutelare!».

LA CUB RICORDA poi come «a nulla erano valse le varie richieste di accesso agli atti trasmesso al Mef, al Mise, ai commissari Alitalia, al tribunale fallimentare di Civitavecchia, a Ita, a Enac, a Assoclearance», tutti rigettati. Citando i punti rivelati dal manifesto – la vendita in blocco per un solo euro, compresi i milionari slot di Linate – la Cub sottolinea come «tutto ciò rappresenta una conferma alle decine e decine elementi di prova depositati e a cui molti giudici hanno finto di non vedere e non sentire, pur di non pronunciarsi sulla continuità tra Alitalia e Ita, fingendo di confondere la discontinuità economica sostenuta dalla Ue, dalla incontrovertibile continuità di esercizio dell’azienda stessa: il re è nudo, la verità non potrà più restare fuori dalle aule dei tribunali e delle istituzioni: i lavoratori Alitalia hanno diritto di tornare al lavoro alle stesse condizioni», conclude la Cub.

SE LUFTHANSA FINALMENTE sembra vicina – secondo i grandi giornali doveva chiudere a febbraio – a papparsi il 40% di Ita e comandare nonostante sia in minoranza, la sua altra controllata italiana, Air Dolomiti ieri ha subito lo sciopero dei suoi lavoratori. «Altissima adesione al primo sciopero degli assistenti di volo Air Dolomiti – dichiarano unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt, sulla protesta di 4 ore del personale della compagnia, posseduta al 100% da Lufthansa, riferendo che «sono stati cancellati la quasi totalità dei voli, al di fuori di quelli garantiti. Serve la riapertura – chiedono infine Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti – di un confronto serio che dia seguito, dopo tanti mesi di lavoro, alle intese maturate sul miglioramento delle condizioni di lavoro del personale navigante».

SENZA RISPOSTE dall’azienda si arriverà presto a un nuovo sciopero a fine maggio-inizio giugno, questa volta di 24 ore.
Sciopero anche in Vueling della sola Filt Cgil. Assistenti di volo e piloti lottano da un anno per vedere riconosciuti i propri diritti. La low cost spagnola ieri è stata costretta a cancellare uno dei due voli in partenza da Fiumicino.

La serie di scioperi nel settore comunque non finisce tanto che i sindacati parlano di «mobilitazione del settore» che prosegue con lo sciopero dell’handling aeroportuale del 19 maggio per il rinnovo del contratto scaduto da oltre sei anni.

Altri scioperi il personale italiano di Emirates e America Airlines contro le procedure di licenziamento.