Internazionale

Israele, super-governo di guerra ma senza ultra-ortodossi

L’ex ministro della difesa israeliana Benny Gantz Ap/Michael VaraklasL’ex ministro della difesa israeliana Benny Gantz – Ap/Michael Varaklas

Israele/Palestina Sarà una guerra «lunga e dura», ha detto il ministro degli esteri Gabi Ashkenazi, quella per cui viene creata questa ristretta cellula di comando

Pubblicato circa un anno faEdizione del 12 ottobre 2023

Un gabinetto di guerra molto ristretto – per ora cinque membri soltanto – dedicato solo a combattere Hamas, che si installa sopra l’esecutivo attuale a cui si aggiungono vari ministri e che si occuperà del resto degli affari di governo, escludendo la contestatissima riforma della giustizia.

Sono passati cinque giorni dall’atroce attacco del movimento islamista a Israele, e due da quando i leader dell’opposizione israeliana avevano dettato le loro condizioni (fuori gli ultrà religiosi): il premier Netanyahu e il leader del partito di opposizione Unità Nazionale, Benny Gantz, ieri hanno annunciato la costituzione di un esecutivo di unità nazionale costruito con un gabinetto di guerra ristretto e un governo allargato. Escono gli ultra-ortodossi, se non dal governo, dal super-governo incaricato di muovere guerra. E vi entrano i militari, quelli che Netanyahu – tra le tante colpe – era accusato di avere snobbato, mettendoli al servizio della difesa dei coloni che sono il suo bacino di consenso, e togliendoli dal contenimento di Hamas a Gaza (altra opportunità di consenso per il cinico premier israeliano).

Sarà una guerra «lunga e dura», ha detto il ministro degli esteri Gabi Ashkenazi, quella per cui viene creata questa ristretta cellula di comando. Alla testa ci saranno Netanyahu, naturalmente, e Benny Gantz, e poi l’attuale ministro della difesa Yoav Gallant (quello che ha detto di «lottare contro animali umani»), e come «osservatori» l’ex capo di stato maggiore Gadi Eisenkot (anche lui ex opposizione) e il ministro degli affari strategici Ron Derme. Si tratta ancora per far entrare nel super-governo anche l’altro capo dell’opposizione Yair Lapid, mentre piega la testa il leader dei religiosi Itamar Ben Gvir, che resta fuori dal gabinetto ristretto ma rimane ministro della sicurezza, e come tale invita gli tutti israeliani ad armarsi per prevenire «una rivolta araba».
Ieri sera Netanyahu e Gantz avevano annunciato un messaggio alla nazione.

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