«Verso le 13:50 ora locale il nemico israeliano ha effettuato simultaneamente attacchi aerei con raffiche di missili contro gli aeroporti internazionali di Aleppo e di Damasco, che ne hanno danneggiato le piste di atterraggio mettendoli fuori servizio».

Bombardamenti israeliani sul territorio e gli scali aerei della Siria come quelli denunciati ieri nel comunicato del ministero della Difesa siriano non sono una novità, ma nel contesto attuale assumono ben altro significato, dando concretezza ai timori di un allargamento del conflitto israelo-palestinese all’intera regione. Tanto più che il vero obiettivo degli attacchi di ieri è l’alleanza che lega la Siria di Assad all’Iran. Il bersaglio grosso è e resta il regime di Teheran.

Ieri, infatti, il bombardamento sulla pista dell’aeroporto di Damasco ha di fatto impedito la visita del ministro degli Esteri della Repubblica islamica, Hossein Amirabdollahian, il cui aereo è stato costretto a fare marcia indietro. Inoltre, la sera prima dei raid che hanno reso inagibili gli aeroporti delle due principali città del Paese il presidente siriano Bashar al Assad aveva avuto con il suo omologo iraniano Ebrahim Raisi un lungo colloquio telefonico per fare il punto sulla situazione.

Al termine della telefonata i due presidenti hanno ribadito il loro appoggio al popolo palestinese e l’urgenza di proteggere i civili della Striscia di Gaza, rilasciando all’agenzia di stampa iraniana Irna e alla siriana Sana dure dichiarazioni in cui si accusano «le politiche di Israele» di essere «all’origine dello spargimento di sangue» e in cui si ribadisce che quella del popolo palestinese è una «legittima resistenza per difendere la sua causa e ripristinare i suoi diritti usurpati». Segue appello ai Paesi arabi e musulmani per «un’azione rapida di protezione del popolo palestinese, soprattutto nella Striscia di Gaza, e per porre fine ai bombardamenti israeliani sui civili».

In attesa che vengano ripristinate le piste colpite, i voli diretti a Aleppo e Damasco sono stati dirottati sulla città costiera di Latakia.