Internazionale

I paesi vicini all’Iran, sempre più preoccupati, condannano

Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi foto ApIl ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi – foto Ap

Assaggio pericoloso Sauditi e giordani mantengono la promessa: cieli vietati a Netanyahu. Missili anche sulla Siria per coprire il rientro dei cacciabombardieri dopo la missione

Pubblicato un giorno faEdizione del 27 ottobre 2024

Non è passata inosservata la rapidità con cui alcuni paesi arabi del Golfo ieri hanno condannato l’attacco israeliano all’Iran e preso le distanze da Tel Aviv. Non sorprende. Teheran in più occasioni ha denunciato l’atteggiamento «compiacente» di principi e re arabi nei confronti delle ambizioni di Israele e rivolto minacce esplicite a chi avrebbe facilitato i piani militari di Tel Aviv.

«Tutti i nostri vicini ci hanno assicurato che non permetteranno che il loro territorio o spazio aereo venga utilizzato contro la Repubblica islamica dell’Iran», aveva detto il 22 ottobre in Kuwait il ministro degli Esteri Abbas Araghchi al termine del suo lungo tour diplomatico nelle capitali della regione.

Riyadh aveva già fatto sapere che non avrebbe aperto il suo spazio aereo ai cacciabombardieri israeliani lanciati verso Teheran. Altrettanto ha fatto la Giordania. Così ieri mattina l’Arabia saudita, prima fra i paesi del Golfo, ha condannato i raid israeliani definendoli una «violazione delle leggi e delle norme internazionali» e ha esortato «tutte le parti a esercitare la massima moderazione e ridurre l’escalation».

LA MONARCHIA SAUDITA era e resta in una posizione delicata, perché prima del 7 ottobre era indicata come il più vicino dei paesi arabi a normalizzare le relazioni con Israele. Nell’ultimo anno, davanti al massacro in corso a Gaza, Riyadh ha congelato (per ora) le trattative dietro le quinte con Israele e, allo stesso tempo, ha continuato a migliorare delle difficili relazioni con Teheran al punto di svolgere un’esercitazione con le forze navali dell’Iran e di altri paesi nel mare di Oman.

Non è marginale la posizione espressa dagli Emirati, l’alleato più prezioso di Israele nel Golfo. Come l’Arabia saudita, Abu Dhabi ha preso le distanze da Tel Aviv e ha sottolineato l’importanza di «esercitare il massimo autocontrollo». L’Iraq, vicino a Teheran, ha messo in guardia dalle conseguenze del «silenzio della comunità internazionale».

Le preoccupazioni arabe per le offensive israeliane a Gaza e in Libano, legate a possibili rappresaglie di Teheran contro alleati e amici di Usa e Israele, sono state raccolte dal Segretario di stato Blinken a Londra durante gli incontri con il ministro degli Esteri giordano, Ayman Safadi, e quello degli Emirati Abdullah bin Zayed. E avrebbero ulteriormente spinto Washington a fare il possibile per contenere l’attacco israeliano.

SE LO SCONTRO tra Israele e Iran potrebbe vedere ora un allentamento della tensione, un altro teatro di guerra rischia di aprirsi in Siria, malgrado l’atteggiamento di basso profilo mantenuto sinora da Damasco (alleata di Teheran). L’aviazione israeliana mentre colpiva in Iran, ha preso di mira anche obiettivi in Siria. Colpite postazioni della difesa antiaerea a Homs, Damasco e Suwayda. Esplosioni sono avvenute anche Tartous, Homs, Masyaf e Jableh.

L’attacco avrebbe avuto lo scopo di impedire alla contraerea siriana di prendere di mira i cacciabombardieri israeliani di ritorno dall’attacco in Iran. Ma la Siria è sempre più un bersaglio perché, afferma Tel Aviv, favorisce il passaggio dei rifornimenti iraniani per Hezbollah in Libano. Le forze israeliane, peraltro, sono penetrate con le ruspe ancora una volta ben all’interno del territorio siriano a ridosso del Golan occupato con l’obiettivo di completare la costruzione di una nuova barriera dalla campagna a nord di Quneitra, fino ai villaggi di Kudna e al-Asha. Israele prova a spezzare la stretta alleanza tra Damasco e Teheran puntando sulla presunta «consapevolezza» del presidente Bashar Assad dei cambiamenti in atto negli equilibri strategici nella regione e sull’indebolimento, apparente, del fronte guidato dall’Iran.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento