Due fonti anonime del Washington Post affermano che il gran giurì di Manhattan, incaricato di valutare la possibile incriminazione di Trump, non prenderà in considerazione la questione almeno fino a lunedì. Tutti a casa, quindi, e i giornalisti che da lunedì scorso sono accampati davanti al blindatissimo tribunale penale di Lower Manhattan, in attesa di un atto d’accusa preannunciato da una settimana, e di un arresto che non c’è stato, sono rientrati in attesa di dettagli. Ma neanche quelli arrivano. Il gran giurì era stato preallertato da procuratore distrettuale di Manhattan, Alvin Bragg, per riunirsi e decidere se gli elementi raccolti dalla procura ssiano sufficienti per processare il tycoon, e non è chiaro perché Bragg stia rimandando questo annuncio, che ormai sembra scontato.

Le voci sul fatto che stesse per arrivare un’incriminazione per Trump sono iniziate a inizio marzo, quando Bragg ha offerto all’ex presidente la possibilità di presentarsi davanti al gran giurì, cortesia che solitamente viene data ai potenziali imputati. Ora si aspetta la prossima settimana ma, da quando ha annunciato il suo arresto mai avvenuto martedì scorso, tycoon è tornato al centro della scena, ha compattato i repubblicani contro il procuratore di New York e ha raccolto oltre 1.5 milioni di dollari di fondi.

Questo per Trump è solo uno dei tanti grattacapi legali di cui deve occuparsi, oltre a quello riguardante le pendenze fiscali della Trump Organization,le accuse di estorsione e brogli elettorali per aver cercato di modificare l’esito del voto in Georgia nel 2020, e il problema dei documenti riservati trafugati dalla Casa bianca. Per quest’ultima conroversia il suo avvocato Evan Corcoran oggi dovrà presentarsi davanti a un altro gran giurì che si occupa dell’inchiesta su quei documenti.

Trump aveva fatto ricorso alla Corte d’Appello, chiedendo di far rientrare il suo avvocato fra i beneficiari della segretezza riservata alla Casa bianca, ma il ricorso è stato respinto.
La sentenza è stata una vittoria per il dipartimento di Giustizia che, per mesi, si è concentrato non solo sui documenti top secret recuperati a Mar-a-Lago, ma anche sul motivo per cui Trump e i suoi rappresentanti hanno resistito alle richieste di restituirli al governo. Questa mossa fa pensare che il tribunale si sia schierato con i pubblici ministeri che, a porte chiuse, hanno affermato che Trump si sta servendo dei suoi legali per nascondere un crimine.