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«In questo settore la decarbonizzazione è già possibile sostituendo il gas con le rinnovabili»

«In questo settore la decarbonizzazione è già possibile sostituendo il gas con le rinnovabili»

Intervista Giorgio Zampetti: «Bisogna lavorare anche sulla filiera del vuoto a rendere, l’Italia è in ritardo»

Pubblicato 11 mesi faEdizione del 26 ottobre 2023

Cantieri simbolo per innovazione e sostenibilità. Eccellenze che rendono tangibile un futuro senza combustibili fossili. Li sta promuovendo Legambiente con la campagna I cantieri della transizione energetica. La 10° tappa ha riguardato il vetro. «Negli ultimi 50 anni – fa sapere l’associazione ambientalista – l’industria del vetro, una realtà produttiva con un fatturato di 6,7 miliardi, 30 mila dipendenti diretti e altrettanti dell’indotto, 32 aziende di grandi dimensioni con oltre 60 stabilimenti di fabbricazione e più di 300 aziende di trasformazione di dimensioni ridotte, ha compiuto grandi passi verso la decarbonizzazione del proprio sistema produttivo».
Direttore Giorgio Zampetti, avete individuato buone pratiche anche nel settore del vetro. Di che si tratta?
La campagna riguarda la transizione ecologica. Stiamo affrontando tante questioni, dall’energia al riciclo alla transizione urbana. E abbiamo riposto l’attenzione anche sul vetro. Vogliamo dare prova di come nei vari settori ambientali già oggi sia possibile realizzare la transizione ecologica. Abbiamo fatto tappa in collaborazione con Assovetro, l’associazione di categoria di Confindustria, in uno stabilimento di Villotta di Chions in provincia di Pordenone. Qui c’è stata una riduzione del consumo energetico di oltre il 38% e anche le emissioni sono diminuite dell’80%.

A che punto siamo con il riciclo del vetro?

L’Italia è leader nel riciclo del vetro registrando nel 2022 una percentuale di oltre l’80% superando il target fissato dall’Ue per il 2030 (75%). Ci sono anche aspetti da migliorare sulla filiera del riciclo. Per esempio la selezione dei colori, tenere separati il vetro bianco dal vetro a colori in Italia non è una pratica ancora diffusa. È strategico farlo perché dai vetri colorati si possono produrre nuovi imballaggi in vetro. Non è possibile invece produrre vetro bianco dai vetri misti.

La produzione del vetro dipende ancora sul larga scala da fonti fossili. Quali sono le prospettive?

L’industria del vetro consuma 1 miliardo di metri cubi dei consumi nazionali di gas, il 2% dei consumi annuali. È un dato molto elevato. È considerata una delle industrie fortemente energivore. Occorre capire quali sono le tecnologie che ci consentono di risparmiare energia. La nostra tappa si è concentrata anche sul tema dell’efficienza energetica e di come si possa decarbonizzare sul lungo termine e risparmiare energia nel settore produttivo del vetro, che ha costi molto alti.

In che modo?

La transizione è possibile in questo settore attraverso tre passaggi fondamentali: il riciclo del vetro lungo tutta la filiera; l’impiego di nuove tecnologie; la sostituzione del gas con fonti rinnovabili. Occorre accelerare il passo nel processo di decarbonizzazione. L’impianto visitato nel corso della nostra campagna ricicla il vetro e usa un’innovazione tecnologica che aspira l’aria dall’esterno, la fa passare attraverso un processo chimico, dividendo l’ossigeno dall’azoto e ottenendo così lo stesso potere calorifico dei forni. In questo modo si risparmia gas.

Dal punto di vista della nuova normativa imballaggi come cambia il settore?

Il nuovo regolamento sugli imballaggi ha l’obiettivo di ridurli. Per alcuni settori è un discorso critico. Ci sono categorie di imballaggi che non possono essere recuperati. Il vetro si presta molto al riciclo e al riuso. Il riciclo è inerente a quei processi in cui recupero un rifiuto e lo immetto nuovamente sul mercato come materia prima seconda. Il riuso è quel processo per cui la bottiglia non è destinata all’impianto di frantumazione, ma riutilizzata direttamente dopo averla sterilizzata.

Quindi è preferibile il riuso?

Per la carta e il cartone il riuso è praticamente impossibile, così come per la plastica. Invece per il vetro la frontiera del riuso è molto interessante. Rispetto al nuovo regolamento sugli imballaggi il vetro sarebbe agevolato perché punta al riuso. Per il futuro il vetro può lavorare anche sulla filiera del vuoto a rendere, che esiste già in altri paesi. L’Italia è ancora indietro da questo punto di vista, nella scorsa legislatura c’è stato qualche decreto sperimentale ma nulla di effettivo ancora.

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