Politica

In piazza a Montecitorio: «No al ddl sicurezza»

La manifestazione contro il ddl sicurezzaLa manifestazione contro il ddl sicurezza – Lapresse

Repressione Potere al popolo con Usb e studenti: «Vogliono impedire le più comuni forme di lotta». Da oggi il testo torna in commissione giustizia

Pubblicato 3 mesi faEdizione del 25 giugno 2024

Potere al popolo ha manifestato in piazza Montecitorio contro il ddl sicurezza, che oggi torna a essere discusso in commissione giustizia alla Camera. Il disegno di legge, spiegano alcuni dei presenti in piazza, «si aggiunge ai tre decreti precedenti e non fa che aggravare quella che abbiamo conosciuto come la democrazia conflittuale cioè sostanzialmente la possibilità con la mobilitazione, con gli scioperi, con la contrattazione sociale, a partire dalle fabbriche e dalle scuole, di aprire dei tavoli contro l’arroganza dei padroni e l’esuberanza di un capitalismo sempre più selvaggio». «Se provo a resistere passivamente mi accusano di ‘resistenza aggravata’, come se avessi resistito attivamente – spiega un sindacalista di Usb – Ciò significa colpire i picchetti davanti alle fabbriche, l’occupazione delle autostrade, tutte forme di lotta pacifiche utilizzate dai movimenti sociali».

Si è manifestato anche a Bologna contro «il clima repressivo alimentato dall’attuale governo in continuità con quelli precedenti». C’erano Giovani palestinesi, Asia Usb, Plat, Potere al popolo, Cambiare rotta, Rete dei comunisti, No passante, Ultima generazione e anche il comitato cittadino del parco Don Bosco e delle scuole Besta, dove giovedì scorso la polizia ha caricato i manifestanti.
L’analisi del ddl, che prevede un giro di vite su molte forme di lotta quali le occupazioni di casa, i picchetti antisfratto e le mobilitazioni contro le grandi opere, riparte oggi con la benedizione del ministro Piantedosi (che ieri difendendolo ha persino evocato la mitologica figura della vecchietta cui occupano casa mentre va a farsi curare in ospedale). L’obiettivo della maggioranza è arrivare in aula entro la prossima settimana. Insieme alle opposizioni parlamentari hanno protestato anche associazioni per i diritti umani quali Amnesty, Asgi e Antigone.

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