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In movimento, storie di roccia

In movimento, storie di rocciaVista di Pedra Longa da Punta Giradili (Pedra Longa è la guglia all’altezza del mare dove inizia l’itinerario selvaggio blu a Baunei) – Mario Verin

Da giovedì 24 in edicola Un viaggio dalle palestre di Washington all’Ogliastra, da Adam Ondra a Leni Riefensthal. Da domani torna in edicola il manifesto «in movimento». L’inserto dedicato alla montagna e alle storie e ai personaggi che la rendono grande

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 23 marzo 2016

Da Adam Ondra a Leni Riefensthal. Solo sul manifesto in movimento, forse, è possibile svolgere il legame che da uno dei più grandi arrampicatori di oggi – emblema della contemporaneità sportiva di questa attività – arriva fino a uno dei simboli assoluti e più controversi dei bergfilm degli anni Trenta (qui il pdf del numero di febbraio).

La passione per la montagna in tutti i suoi aspetti continua. Da giovedì 24 marzo e nelle prossime settimane – al prezzo di 1 euro – troverete in edicola il nuovo numero di un supplemento che davvero ci ha sorpreso (e forse ha sorpreso anche qualcuno di voi nel trovarlo associato alla nostra testata).

La prima uscita, lo scorso febbraio, è andata bene: 16.000 copie vendute da Otranto a Courmayeur e altre 4.000 distribuite in abbonamento. Numeri importanti nel piccolo ma effervescente mondo dell’outdoor italiano. È un progetto ancora alle prime battute il nostro, eppure accolto da simpatia e interesse. Lungo il sentiero abbiamo incontrato due compagni di strada preziosi come Enrico Camanni e Linda Cottino, che aiuteranno in movimento a trovare una sua voce nel giornalismo e nella cultura di montagna.

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Anche questo numero del supplemento è stato realizzato da Matteo Bartocci ed Eleonora Martini con la cura grafica di Alessandra Barletta e la consulenza editoriale di Francesca Colesanti e Umberto Isman, che ha realizzato una intervista doppia a Manolo (nella vita Maurizio Zanolla) e Adam Ondra che vi lascerà senza fiato. I due climber, molto diversi tra loro ma entrambi dalla personalità fuori dal comune, li abbiamo avvicinati nei giorni scorsi in Trentino.

Quello in edicola da giovedì 24 marzo è un numero dedicato alla roccia e all’arrampicata ma lontano dal tono «muscolare», iper-tecnico, di molte testate di settore. Proviamo a unire le generazioni: dalla più forte climber americana di tutti i tempi, la 55enne Lynn Hill, alla giovane Tamara Lunger, bolzanina di 29 anni che pochi giorni fa è arrivata «quasi» in cima al Nanga Parbat. E quel «quasi», lo è davvero. Conta poco, pochissimo, almeno per chi leggerà la bella intervista raccolta per voi da Linda Cottino.

Vi portiamo in luoghi vicini e di eterna bellezza insieme a personalità fuori dal comune, come il Sass dla Crusc di Messner in Val Badia, il Campanil Basso di Preuss nelle Dolomiti di Brenta e l’alpinismo «puro» di Renato Casarotto.

Non a caso però il «reportage» di questo numero è lontano dalle Alpi, si vola in Sardegna, nel «Selvaggio blu» dell’Ogliastra, il trekking (se così si può dire) più «duro» del Mediterraneo, con le foto di Mario Verin e il racconto emozionante di Giulia Castelli Gattinara.

Al di là dell’oceano, sorvoliamo su Yosemite e la «solita» West Coast alla ricerca di una roccia ancora «vergine», almeno per i climber. Fabrizio Goria vi farà da guida tra le falesie meno note della costa Est, tra gli Appalachi e Washington Dc, raccontando l’evoluzione complessa dell’arrampicata sportiva in modernissime e super cool palestre di plastica.

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Non ci sono però solo i «mostri sacri» della roccia in questo numero. Ci prendiamo in giro con la vignetta formato gigante di Claudio «Caio» Getto e la penna affilata di Piero Ledda. E poi vi presentiamo un dossier curato da Eleonora Martini che racconta uno dei lati più belli dell’arrampicata recente, quello che usa questa splendida esperienza per offrire sostegno psicologico, che riconverte Opg in disuso per nuove socialità, apre nuove dimensioni scalando insieme a climber in dialisi o a Pietro Dal Pra e a ragazzi/e non vedenti all’interno di un’iniziativa straordinaria come ConTatto verticale.

Perché fin dal numero zero il tratto distintivo di in movimento è salire per provare a raccontare questo mondo più in profondità, o almeno secondo punti di osservazione differenti. Come più pareti della stessa vetta. Scartare da ciò che sappiamo, o pensiamo di sapere, per incontrare prospettive diverse lontano dalle trappole esotiche. L’esplorazione eterna nel gioco di specchi tra uomo e montagna.

Portare i personaggi e le storie delle «terre alte» tra le persone comuni, avvicinarsi senza stringere la prospettiva.

Il prossimo numero, complice il 45mo compleanno del manifesto del 28 aprile (cari lettori e abbonati preparatevi, è in arrivo un regalo speciale), molto probabilmente slitterà ai primi giorni di maggio.

Il tema è presto detto, e con la montagna e la storia del manifesto entra da sempre in consonanza perfetta: la libertà.

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Jungle Jam, S. Villanueva O’Driscoll e S. Hannsens in sosta su una via di 500 metri nell’Amuri Tepuy, Venezuela (foto di Jean-Louis Wertz)

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