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In manette i tre «crociati» del Kansas, pianificavano strage di islamici

In manette i tre «crociati» del Kansas, pianificavano strage di islamici14 giugno 2016, l'Fbi sul luogo della strage di Orlando – LaPresse

Attacco sventato dall'Fbi Ispirati dall'attacco anti-gay di Orlando, avevano messo nel mirino una moschea e un condominio abitato da somali. Ora rischiano l'ergastolo

Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 16 ottobre 2016

Tre membri di un gruppo di miliziani del Kansas sono stati arrestati, rei di stare pianificando un attacco terroristico nei confronti di una moschea e un complesso abitativo dove risiedono per lo più immigrati somali musulmani. L’attacco sventato era previsto per il giorno seguente le elezioni. Il Dipartimento di Giustizia ha annunciato che Curtis Allen, Gavin Wright e Patrick Eugene Stein affronteranno delle accuse federali per aver cospirato al fine di usare un’arma di distruzione di massa.

«Le accuse arrivano sulla base di indagini dell’Fbi durate otto mesi – ha dichiarato l’avvocato del Dipartimento di Giustizia , Tom Beall – indagini che hanno portato gli agenti ad addentrarsi in profonditá nella cultura dell’odio e della violenza».

Secondo la denuncia che l’Fbi ha reso pubblica venerdì scorso, l’indagine è stata richiesta da un informatore confidenziale che aveva partecipato a delle riunioni di un piccolo gruppo di miliziani che si facevano chiamare «i crociati» alle quali partecipavano anche i tre arrestati. Per l’informatore era stato così possibile venire a conoscenza del piano per realizzare gli attacchi contro i musulmani, che venivano chiamati «scarafaggi».

Uno degli elementi che aveva portato il gruppo a maturare l’idea di un attacco terroristico, era stata la volontà di ispirare anche altri gruppi di miliziani a compiere atti di violenza simili, così come loro erano stati “ispirati” dall’attacco terroristico di Orlando, dove, in giugno, il target era stata una discoteca gay.

Durante un’intercettazione telefonica Stein aveva affermato che la nazione poteva essere salvata e rimessa sulla retta via «solo tramite un bagno di sangue» che doveva avvenire per mezzo di attacchi terroristici sparsi in tutto il Paese.

Mentre Stein era sorvegliato possedeva (e andava in giro con) un fucile d’assalto, munizioni extra, una pistola, un giubbotto balistico e un mirino per la visione notturna.

I tre uomini prima di preferire il piazzamento di una bomba, avevano considerato una varietà di attacchi diversi: agire rapidamente e violentemente con un paio di pistole, stupri mirati, incendi dolosi, o tracciare un piano più complesso che avrebbe massimizzato le vittime o ancora un piano più semplice che consisteva nello «sfondare a calci le porte degli appartamenti dei somali, e ucciderli uno ad uno».

Questa aberrazione arriva agli sgoccioli di una campagna elettorale pesantissima dove le parole, gli atteggiamenti, le allusioni all’uso delle armi e della violenza, da parte di Trump, in qualche modo legittimano e di certo non scoraggiano tutto ciò. L’odio feroce nei confronti dei musulmani trasbordava da ogni parola dei miliziani. «L’unico buon musulmano è un musulmano morto» ripetevano durante le conversazioni intercettate. In una di queste Stein avrebbe osservato: «Se sei un musulmano ho intenzione di gioire sparandoti alla testa» prima di precisare al resto del gruppo: «Quando compieremo l’azione non dovremo lasciarci dietro nessuno in vita, nemmeno bambini di 1 anno, e dico sul serio. Vi garantisco che se vado in missione quei fottuti piccolini se ne andranno, bye bye».

La prima udienza è fissata per lunedì. Se ritenuti colpevoli verranno condannati all’ergastolo.

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