In carcere l’obiettore ucraino Alekseienko
Crisi ucraina Respinto il ricorso, condanna a un anno per aver rifiutato la leva. Segue il caso il Movimento Nonviolento, presente in aula con un avvocato. L’appello delle reti internazionali antimilitariste e nonviolente
Crisi ucraina Respinto il ricorso, condanna a un anno per aver rifiutato la leva. Segue il caso il Movimento Nonviolento, presente in aula con un avvocato. L’appello delle reti internazionali antimilitariste e nonviolente
Si aprono le porte del carcere per Vitaly Alekseienko, obiettore ucraino di fede evangelica che ha rifiutato la mobilitazione. La Corte d’Appello di Ivano-Frankivsk ha respinto il ricorso e la condanna ad un anno è diventata esecutiva.
«Ho infranto la Legge dell’Ucraina, ma sono innocente secondo la Legge di Dio. Non ho paura, nemmeno della prigione», ha dichiarato. Classe 1976, viveva a Slovyansk, nella regione orientale di Donetsk, al momento dell’invasione russa nel febbraio 2022. Si è rifugiato a Ivano-Frankivsk a maggio e l’Ufficio reclutamento lo ha convocato il 2 giugno.
Ha detto loro che non poteva prendere le armi per le sue convinzioni religiose di cristiano, chiedendo di prestare un servizio alternativo: richiesta respinta perché non prevista dalla legge marziale.
Il Movimento Nonviolento, nella campagna Obiezione alla guerra, segue il caso. L’avvocato Nicola Canestrini, su mandato del Movimento, si è recato in Ucraina per l’udienza di dicembre scorso, come osservatore per i diritti umani, per interloquire con l’imputato e i rappresentanti della Corte, ottenendo il supporto dall’Ordine degli Avvocati ucraini: «Il governo ucraino dovrebbe salvaguardare il diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare, anche in tempo di guerra, rispettando gli standard della Corte europea».
Pronto l’appello delle reti internazionali antimilitariste e nonviolente che chiede di revocare subito la condanna che viola l’articolo 18 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, inderogabile anche in tempo di emergenza pubblica.
Il caso di Alekseienko è il primo in cui la Corte adotta una linea dura. Per altri quattro casi era stata concesso la sospensione della pena detentiva e la libertà vigilata. Prima delle Legge marziale 5mila giovani ucraini avevano chiesto di svolgere un servizio civile alternativo a quello militare.
*Presidente del Movimento Nonviolento
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