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In cammino di notte per chiedere la fine di tutte le guerre

In cammino di notte per chiedere la fine di tutte le guerreLa Marcia Perugia - Assisi – Ansa

Il conflitto in Ucraina La Marcia Perugia - Assisi organizzata da Europe for peace. Il prossimo 21 maggio si terrà l’edizione ordinaria (diurna)

Pubblicato più di un anno faEdizione del 25 febbraio 2023

Una marcia nel buio per arrivare infine alla luce. L’edizione straordinaria della Marcia Perugia-Assisi a un anno esatto dallo scoppio della guerra in Ucraina è partita a mezzanotte ed è arrivata all’alba di ieri. In centinaia, fiaccole in mano, hanno attraversato la notte umbra per quello che è da considerare come il culmine delle iniziative italiane del cartellone Europe for peace, ovvero la coalizione di associazioni e sindacati ossatura del movimento per la pace.

«Fermiamo le guerre» recita lo striscione d’apertura, in bianco su sfondo nero: un plurale a lasciare intendere che sono decine i conflitti in corso e quello ucraino, nel suo dramma continuo, non è diverso dagli altri. In fondo, sempre si tratta di morte e distruzione. Tante le bandiere arcobaleno in corteo, più qualche fascia tricolore e i gonfaloni dei Comuni che hanno aderito. E ancora: bandiere delle Acli, dell’Anpi, di Emergency. Nella folla, anche una delegazione di ucraini, uniti anche loro nella richiesta di fermare il dramma e chiedere a una politica sin qui sorda di insistere con la diplomazia per far cessare il fuoco, in preparazione di una futura conferenza di pace. Una posizione molto pragmatica e molto poco ideologica, perché mentre si continua a discutere di aiuti militari e sanzioni, il conto delle vittime cresce di giorno in giorno.

«La guerra è una trappola da cui non riusciamo a venir fuori – dice il coordinatore della Marcia Flavio Lotti -, questo cammino deve aiutare a risvegliarci, a uscire dalla nebbia che ci impedisce di scegliere l’unica strada che può aiutare il popolo ucraino a salvarsi, insieme anche a tutti noi». La strada di cui parla Lotti è quella della diplomazia, del silenzio delle armi: «In questo anno di guerra siamo stati bombardati da una narrazione che ha paralizzato le persone e le ha fatte sentire impotenti. Il nostro gesto, prima che politico, è un’assunzione di responsabilità. Non dobbiamo accontentarci di quello che possiamo fare, dobbiamo provare a fare cose straordinarie come dice papa Francesco. Purtroppo sin qui abbiamo visto il suicidio della politica. La soluzione del problema è stata delegata per intero alle armi».

E di politica, alla Perugia-Assisi, in effetti se n’è vista poca: sindaci a parte, i parlamentari hanno scelto di restare a casa. Del resto, tra i partecipanti, la delusione per le scelte sin qui fatte soprattutto dal Pd è palpabile: l’opinione più diffusa è che non sia stato fatto abbastanza per provare a porre fine alla guerra. Tra i volti noti, comunque, si è visto quello dell’ex parlamentare del Pd Stefano Fassina. Padre Marco Moroni, il custode del convento di Assisi, ha accolto i pacifisti al loro arrivo all’alba. «Frate Francesco, uomo di pace, abbiamo camminato insieme, abbiamo scelto di fare fatica per condividere il dolore di chi è schiacciato dall’arroganza dei prepotenti», ha detto come in preghiera.

«Di notte, sapendo che per molti la notte dura da molto tempo. Nel freddo, pensando a chi non ha legna né affetti con cui riscaldarsi. Davanti a te imploriamo il dono della pace, consapevoli che anche i nostri cuori non sono disarmati e ancora dobbiamo imparare la difficile arte del perdono. Sia pace finalmente – chiede il Custode – in coloro che portano nel cuore progetti di morte. Frate Francesco, vinca la pace nei pensieri dei governanti di ogni nazione, degli aggressori e degli aggrediti, degli oppressori e degli oppressi, dei potenti e dei sottomessi». Questa sera, a Roma, si terrà una nuova fiaccolata pacifista davanti al Campidoglio. Il prossimo 21 maggio si terrà invece l’edizione ordinaria, e diurna, della Perugia-Assisi.

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