Imma Battaglia: «Combattere la povertà, non i poveri. La mia città sarà capitale dei diritti»
Intervista La candidata di Liberare Roma alle primarie: «A Caudo, Grancio e Zevi dico: dopo le primarie facciamo insieme una lista di sinistra per le comunali»
Intervista La candidata di Liberare Roma alle primarie: «A Caudo, Grancio e Zevi dico: dopo le primarie facciamo insieme una lista di sinistra per le comunali»
Imma Battaglia, candidata di «Liberare Roma» alle primarie del 20 giugno. Liberare da cosa e da chi?
Da una pessima stagione politica, segnata da una sindaca inadeguata. Nulla di personale o contro il M5S, solo la constatazione di un fallimento. E poi abbiamo scelto di “Liberare Roma” dalla bruttezza in cui è crollata per farla tornare a brillare della luce più bella del mondo.
Dopo anni in cui era tornata alla vita privata, di nuovo la politica. Cosa l’ha spinta?
La politica è tutto, decide sulla vita delle persone. Ho vissuto il trauma della cacciata ignobile di Marino. Ora Roma ha bisogno di tutte le energie migliori. Voglio fare la mia parte, insieme alle donne e agli uomini che si sono candidati nei municipi, per far rinascere la nostra città.
Perché un elettore di centrosinistra dovrebbe scegliere lei e non Gualtieri?
Perché sono una garanzia di dedizione, sacrificio, onestà, trasparenza e lealtà. E in più sono donna… le primarie per soli uomini non si potevano vedere. Perché voglio portare una ventata di innovazione investendo su una città intelligente, resiliente, che faccia i conti con le trasformazioni epocali che stiamo vivendo, a partire dalla digitalizzazione. Voglio dare slancio a una nuova stagione di programmazione pubblica, di manutenzione e decoro. Non chiedo il voto contro qualcuno, ma per una città dei diritti, una città che innovi.
A proposito di Marino, la sua eredità viene rivendicata con forza da Giovanni Caudo, che era suo assessore.
Io rispetto Caudo, ma non capisco: polemizza con il Pd con cui governa da anni e poi nei municipi sostiene i candidati di quel partito. Parla di cose collettive e poi si candida in perfetta solitudine. Vuole dire la sua su Roma e poi dice che dopo le primarie se ne torna all’università. Uno strano modo di agire per uno che vorrebbe rappresentare la sinistra civica. Lancio una proposta: usiamo le primarie per stabilire un criterio di valutazione oggettivo fra gli esponenti del mondo della sinistra civica e poi con Grancio, Caudo e Zevi proseguiamo il percorso di una lista insieme alle comunali.
Sono primarie vere? Come pensa di ribaltare il pronostico?
Ci sono stati errori, ma ora tutti insieme stiamo recuperando il terreno perso. Una partecipazione di massa alle primarie è decisiva affinché il centrosinistra poi vinca le elezioni contro destra e Raggi. Tutti devono sentire la responsabilità di portare al voto più cittadini possibili.
L’unico confronto tra candidati per ora si è svolto a Spin Time, luogo simbolo delle “occupazioni” romane. Oltre a destra e Raggi si è scatenato anche Calenda.
Noi vogliamo combattere la povertà e non i poveri. Poi le chiacchiere e la propaganda stanno a zero…quei luoghi esistono perché esiste un problema sociale irrisolto. L’emergenza abitativa è uno dei drammi più gravi della nostra città. Non sono riusciti a trasformarlo in problema di ordine pubblico Alemanno e Raggi, non ci riusciranno Michetti e Calenda. Sulla casa occorre invertire la tendenza. La rigenerazione urbana e le pratiche di autorecupero possono essere straordinarie leve.
Se eletta cosa farebbe per i diritti civili a Roma?
Farei nascere librerie, centri di ascolto, bar e attività di intrattenimento e ritrovo lgbtqi+. Tutta Roma si tingerà di un meraviglioso arcobaleno, capace di attrarre la comunità lgbtqi+ del mondo intero, costruendo anche un’occasione di socialità e di sviluppo turistico, come hanno fatto città Barcellona, Berlino, Londra.
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