Il Vaticano: siamo pronti a mediare per gli ostaggi
Il segretario di stato Parolin «È diritto di chi è attaccato difendersi, ma la legittima difesa deve rispettare il parametro della proporzionalità»
Il segretario di stato Parolin «È diritto di chi è attaccato difendersi, ma la legittima difesa deve rispettare il parametro della proporzionalità»
«Totale e ferma condanna» per «l’attacco terroristico disumano» compiuto da Hamas contro i civili israeliani ma anche per la spropositata reazione di Israele contro la popolazione palestinese, «uomini, donne, bambini e anziani che sono tenuti in ostaggio a Gaza» da giorni, sotto le bombe, senza acqua, elettricità e gas. La Santa sede interviene sulla guerra fra israeliani e palestinesi – un’intervista ai media vaticani del cardinale segretario di Stato Parolin – e offre la propria mediazione per il rilascio dei prigionieri nelle mani di Hamas e il cessate il fuoco.
«È diritto di chi è attaccato difendersi, ma la legittima difesa deve rispettare il parametro della proporzionalità», afferma Parolin, che invita a riprendere un dialogo sempre più difficile «per evitare altro spargimento di sangue, come sta avvenendo a Gaza»: la Santa sede è «pronta a qualsiasi mediazione necessaria».
Parolin rilancia due punti per l’immediato: la liberazione degli ostaggi da parte di Hamas e lo stop ai bombardamenti e all’assedio di Gaza da parte di Israele, perché il diritto umanitario deve essere sia «pienamente rispettato». Per il futuro, invece, la questione è «molto complessa», perché ci sono i nodi degli insediamenti israeliani in Cisgiordania e della città di Gerusalemme. La posizione della Santa sede resta la stessa: «due Stati», per consentire a palestinesi e israeliani «di vivere fianco a fianco, in pace e sicurezza». Si tratta, conclude Parolin, di una soluzione «prevista dalla Comunità internazionale» ma che «ultimamente è sembrata ad alcuni, sia da una parte che dall’altra, non più realizzabile». La Santa sede, invece, «continua a sostenerla».
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