Internazionale

Il sindaco di Pittsburgh chiede a Trump di non andare. Ma Trump è andato

Dopo la strage Nonostante la richiesta esplicita arrivata da più parti di non presentarsi ai funerali delle vittime della sparatoria nella sinagoga di Pittsburgh, Donald Trump c’è andato ugualmente; alcune delle famiglie in […]

Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 31 ottobre 2018

Nonostante la richiesta esplicita arrivata da più parti di non presentarsi ai funerali delle vittime della sparatoria nella sinagoga di Pittsburgh, Donald Trump c’è andato ugualmente; alcune delle famiglie in lutto avevano espresso il desiderio di non incontrarlo, alti membri del partito repubblicano si sono rifiutati di unirsi a lui, il sindaco democratico di Pittsburgh Bill Peduto ha chiesto pubblicamente a Trump di non andare, così come i maggiori leader della comunità ebraica della Pennsylvania.

Eppure «the Donald» si è presentato nel pomeriggio, a un funerale dove non era voluto. Né Peduto né il suo portavoce si sono avvicinati al presidente, isolato.

L’ACCUSA CHE VIENE RIVOLTA a Trump e alla sua amministrazione è quella di fomentare razzismo e antisemitismo e di avere ispirato il massacro di sabato all’interno della sinagoga di Squirrel Hill; per i leader religiosi arrivare a quel funerale senza aver speso nessuna parola di condanna nei confronti del suprematismo bianco è un affronto ulteriore per una comunità dolente e ferita. Non è nemmeno piaciuto il commento di Trump subito dopo la sparatoria, quando ha affermato che se la sinagoga avesse avuto una guardia armata avrebbe potuto difendere i suoi fedeli.

«È STATO UN COMMENTO inappropriato – ha detto al Washington Post Stephen Halle, nipote del 71enne Daniel Stein ucciso nella sinagoga – una chiesa, una sinagoga, non dovrebbero essere delle fortezze, ma un posto accogliente dove sentirsi sicuri». A Pittsburgh sono state organizzate manifestazioni anti Trump per questa visita ma già nelle ore successive al mass shooting si è vista la differenza tra la reazione della città e tutto ciò che Trump predica e rappresenta.

Il giorno dopo la strage, la comunità islamica di Pittsburgh ha raccolto 70mila dollari per i familiari delle vittime, e quando Wasi Mohamed, direttore del centro islamico di Pittsburgh, lo ha detto alla comunità musulmana che rappresenta, è stato accolto da un lunghissimo applauso. «Vogliamo solo sapere di cosa avete bisogno – ha detto Mohamed- rivolgendosi alla comunità ebraica – Fatecelo sapere: noi saremo lì». Reazioni analoghe sono arrivate da tutte le comunità islamiche statunitensi.

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