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Il secondo impeachment a Trump parte con il destino segnato: si arenerà sul Gop

Il secondo impeachment a Trump parte con il destino segnato: si arenerà sul GopL'assalto dei sostenitori di Trump a Capitol Hill, lo scorso 6 gennaio – Ap

Stati Uniti Oggi si apre il processo all'ex presidente per "incitamento all'insurrezione violenta contro il governo". Ma per il Partito democratico trovare repubblicani disposti a votare a favore sarà un'impresa

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 9 febbraio 2021

Inizia oggi il secondo processo di impeachment dell’ex presidente Donald Trump accusato dalla Camera di «incitamento all’insurrezione” per il ruolo avuto nella rivolta del Campidoglio del 6 gennaio».

In un tentativo dell’ultimo momento ieri gli avvocati del tycoon hanno chiesto al Senato di archiviare il caso di impeachment sostenendo che la Costituzione non consente un processo a un ex presidente e hanno accusato i Democratici di voler solo ricercare «un teatro politico».

I responsabili dell’impeachment della Camera hanno respinto le richieste di archiviazione ricordando che Trump «ha intenzionalmente incitato a insurrezioni violente contro il governo». Per questo il processo oggi comincerà proprio con un dibattito di quattro ore sulla costituzionalità del processo, a cui farà seguito una votazione.

Mentre scriviamo il leader della maggioranza Dem al Senato Chuck Shumer e quello della minoranza repubblicana Mitch McConnel non si sono ancora accordati per i dettagli del processo. Partono da due posizioni lontane: i dem vogliono andare a fondo, i rep vogliono che finisca velocemente.

Quello che si sa al momento è che ciascuna parte avrà fino a 16 ore di tempo per presentare il proprio caso. Se ne deduce che il partito repubblicano, seppur diventato di minoranza, sia tuttora l’ago della bilancia anche in questo secondo impeachment che pare, anche stavolta, nato per arenarsi nell’ala Gop della Camera alta.

Per arrivare a condannare Trump servirebbe il voto di 17 senatori repubblicani, eventualità altamente improbabile visto che, prima ancora di cominciare, il Gop aveva chiesto un voto per annullare il processo stesso di impeachment.

Ora l’argomento degli avvocati di Trump è che il 6 gennaio l’ex presidente non ha letteralmente detto ai suoi sostenitori di insorgere in Campidoglio (e quindi non ha incitato nulla), ma ha solo esercitato il suo diritto alla libertà di espressione, protetto dal primo emendamento.

Che invocare il primo emendamento in un tentativo di colpo di Stato sia pretestuoso è evidente, ma già durante il primo impeachment di Trump, chiuso un anno fa, i rep si sono mostrati proni all’uso delle argomentazioni pretestuose. Anche di questo stiamo assistendo alla replica.

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