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Il rimpasto a Kiev è ufficiale, ma Usa e Ue non approvano

Il rimpasto a Kiev è ufficiale, ma Usa e Ue non approvanoDmytro Kuleba – Thomas Trutschel/Ap

Il limite ignoto Fuori Kuleba, i creditori dell’Ucraina scontenti del repulisti del presidente ucraino

Pubblicato circa un mese faEdizione del 6 settembre 2024

Le nuove nomine sono state ratificate, il rimpasto di governo a Kiev è ufficiale. Ma il giorno dopo la tempesta sono emersi retroscena velenosi che gettano diverse ombre sulle scelte di Zelensky, soprattutto per quanto riguarda la rimozione del ministro degli Esteri Kuleba, e hanno provocato le reazioni infastidite degli alti funzionari dell’Ue e degli Usa. Il presidente ucraino però non si ferma: oggi sarà alla base Nato di Ramstein, in Germania, per chiedere «ulteriori forniture di armi, in particolare missili a lungo raggio e una maggiore difesa antiaerea» come rivela Spiegel.

SECONDO la rivista Politico, che cita una fonte ucraina vicina al governo, a costringere Kuleba alle dimissioni sarebbe stato uno scontro con Andriy Yermak, capo dell’ufficio di Zelensky e braccio destro del presidente. «Tutti sapevano che avevano un conflitto» dichiara la fonte, «una volta ho anche assistito a un litigio. Grazie al suo incarico, Kuleba aveva contatti diretti ben consolidati con Blinken, con Baerbock e molti altri. Anche se fosse leale al 300%, l’ufficio del presidente non potrebbe lasciare un simile canale di comunicazione nelle mani di una persona di cui non è del tutto sicuro che sia la sua persona, se capisci cosa intendo». La versione dell’anonimo informatore è impossibile da confermare ma è plausibile perché conferisce un significato a una mossa della quale tutti faticano a trovare il senso. Sappiamo che Zelensky ripone fiducia totale solo in tre persone al momento: una è Yermak, l’altra è Mikhailo Podolyak, il suo braccio sinistro, e la terza è sua moglie, Olena.

Lo scontro tra una di queste tre figure con chiunque al momento porterebbe di sicuro all’allontanamento dell’avversario. Una prima conferma di questa tesi si potrebbe leggere nella nota diffusa dal dipartimento di Stato di Washington nella quale si spiega che il segretario di Stato, Antony Blinken, ha avuto un colloquio telefonico con Kuleba per «ringraziarlo per la sua instancabile leadership nella politica estera dell’Ucraina in un contesto segnato da sfide storiche, specie a seguito dell’invasione russa». Blinken ha anche espresso «gratitudine per la stretta collaborazione che Usa e Ucraina hanno sviluppato attraverso numerosi impegni». Anche il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, ha ringraziato il ministro dimissionario rivolgendosi a lui addirittura come a un amico, «caro Dmytro» è l’inizio del messaggio pubblicato sul profilo Twitter del funzionario Ue. «Dalla mia prima visita a Kiev nel 2020, alla nostra missione congiunta nel Donbass nel gennaio 2022, alla sua partecipazione a ogni Consiglio Affari esteri dell’Ue da quando la Russia ha lanciato la sua invasione su vasta scala: ne abbiamo passate tante, la tua forte cooperazione e le tue capacità diplomatiche sono state inestimabili nella lotta contro l’aggressione russa. Hai fatto molto per il tuo Paese e per l’Europa».

INOLTRE, la stampa ucraina è venuta a sapere di una lettera, indirizzata al governo ucraino domenica scorsa, nella quale i capi dei donatori e dei creditori internazionali chiedevano di non rimuovere, Volodymyr Kudrytskyi, il capo di Ukrenergo, l’operatore energetico nazionale. La missiva, firmata dall’ambasciatrice dell’Unione europea in Ucraina, Katarína Mathernová, dalla direttrice della International Finance Corporation (parte della Banca Mondiale) per l’Europa, Ines Rocha, e dal direttore generale Banca europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, Arvid Tuerkner, chiedeva a Kiev di tornare sui propri passi e di lasciare Kudrytskyi al suo posto prima che il repulisti diventasse di pubblico dominio. Inutile. Tra i destinatari dell’appello c’erano anche il premier ucraino Denys Shmyal, indicato anch’egli come prossimo dimissionario, il ministro dell’Energia Herman Galuschenko e (!) Andriy Yermak. Secondo la testata ucraina in lingua inglese The new voice of Ukraine, «fonti di Nv hanno precedentemente suggerito che il Ministero dell’Energia sta spingendo per il licenziamento di Kudrytskyi, cercando di subordinare direttamente Ukrenergo. Il Ministro dell’Energia Herman Halushchenko e Kudrytskyi avrebbero avuto in passato una serie di ‘disaccordi manageriali e professionali’». Eppure Kudrytskyi era considerato il miglior manager del Paese dai partner occidentali, che lo consideravano «incorruttibile», anche se in passato si è parlato di un caso di possibile peculato a suo carico legato a una partita di giubbotti antiproiettile. Non sono state fornite prove e il processo non è partito.

INVECE KUDRYTSKYI è stato cacciato, Kuleba è stato cacciato e oggi Zelensky si presenterà a Ramstein in uno dei momenti più delicati per il suo Paese accompagnato da un insolito sospetto: che il paladino dei valori occidentali al quale abbiamo fornito armi e soldi per oltre due anni si stia trasformando in un leader autoritario e accentratore? Nessuno dei leader occidentali per ora ne parla. Per ora.

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