Il «prof» dopo Pizzarotti: Parma torna a sinistra
Parma torna ad avere un sindaco di centrosinistra. Michele Guerra ha doppiato l’ex primo cittadino Pietro Vignali vincendo il ballottaggio con il 66,19% dei voti e con i suoi 40 anni è diventato uno dei primi cittadini più giovani in Italia.
GUERRA È PROFESSORE ordinario all’università di Parma. Insegna Teorie del cinema, Storia e critica del cinema e Teorie e tecniche del cinema e dell’audiovisivo. Nel 2017 è stato nominato assessore alla Cultura dal sindaco Federico Pizzarotti. Da assessore si è occupato in particolare di Parma capitale italiana della Cultura per l’anno 2020, causa Covid allungata anche al 2021.
Si tratta dunque di un «tecnico» prestato alla politica, senza tessere di partito. Anche così però risulta il primo sindaco di centrosinistra dal 2002 perché da quell’anno le amministrazioni sono state di centro destra o «laboratorio» nei 10 anni di Federico Pizzarotti, primo storico eletto a sindaco di un capoluogo con il M5s ma presto uscito dal Movimento.
Guerra è stato abile a affrancarsi dall’idea di essere «l’assessore di Pizzarotti» parlando di un progetto di città «radicalmente diverso» da quelli passati e costruendo una alleanza molto ampia che andava dal Pd a Sinistra Coraggiosa di Elly Schlein (molto forte in Emilia) passando per Italia Viva e la lista Effetto Parma dello stesso Pizzarotti che al primo turno ha preso l’8%.
«SIAMO FELICI per il risultato. Abbiamo fatto quel che dovevamo e abbiamo raccolto molto – ha commentato Michele Guerra – per la credibilità del progetto: siamo partiti costruendo una coalizione inedita, complessa da tenere insieme, ma abbiamo tenuto l’unitarietà e dimostrato ai cittadini che eravamo una coalizione coesa e compatta, pronta a scrivere una pagina nuova. Questa è stata la ricetta: ci siamo fatti vedere per quello che eravamo, senza distorcere nulla».
Nel suo primo giorno da sindaco Guerra tenuto fede al motto della sua campagna elettorale, ovvero «guardare al futuro»: ha fatto visita a una scuola materna perché «i bambini sono il futuro della nostra comunità». Subito dopo l’omaggio al monumento al Partigiano con la posa di un fiore e una estemporanea “Bella ciao” assieme ad alcuni esponenti dell’Anpi perché «si guarda sì al futuro, ma consci dei valori del passato».
L’arrivo al palazzo del Comune di Guerra coincide con l’addio di Federico Pizzarotti. Proprio nei giorni in cui il Movimento 5 Stelle vive una crisi profondissima, termina il secondo mandato l’uomo che nel 2012, allora sconosciuto, si candidò e portò al trionfo il M5s e Beppe Grillo. Parma era amministrata da un commissario, dopo che un’inchiesta aveva portato alle dimissioni Pietro Vignali (che si è ripresentato in questa tornata). Il centrodestra, diviso, crollò, permettendo a Pizzarotti di raggiungere il ballottaggio contro il centrosinistra. Beppe Grillo parlò di Parma come la Stalingrado del Movimento lanciò la corsa al successo delle politiche 2013.
Le frizioni con i vertici, però, cominciarono prestissimo e dopo mesi di scontri e frecciate, Pizzarotti lasciò il Movimento, accompagnato da tutta la maggioranza, fondando “Effetto Parma”, sotto le cui insegne ottenne la riconferma schierandosi sia contro il centrodestra sia contro il centrosinistra.
DA OGGI, PERÒ, L’EX SINDACO di Parma è libero da impegni e si dedicherà al panorama nazionale: potrebbe candidarsi a rappresentare l’elemento di raccordo fra il Pd e l’area liberale ed ecologista. «È come vincere per la terza volta. Lascio il Comune a una persona capace – ha detto Pizzarotti – ora potrò lavorare ai tanti progetti cominciati in questi anni. A settembre vedremo cosa si muoverà, tanto si sta già muovendo».
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