Insieme al ponte di Kerch, che collega la Crimea al territorio russo, ieri mattina è stata forse spezzata una linea rossa. Sottile come quella di Malik ma non per questo meno vitale. L’infrastruttura permetteva il transito dei rifornimenti militari e alimentari diretti ai fronti di Kherson e di Zaporizhzhia.

In virtù degli sviluppi degli ultimi giorni sappiamo quanto questi rifornimenti siano essenziali per le truppe di Mosca impegnate nel sud dell’Ucraina sia per mantenere il controllo delle zone già occupate, sia per far fronte alla significativa avanzata delle truppe di Kiev che nell’ultima settimana si sono avvicinate di almeno 30 km a Kherson. Difatti, per l’intera giornata di ieri, politici, funzionari e analisti ucraini si sono lanciati nelle più rosee analisi sull’imminente isolamento della Crimea e sull’indebolimento delle forze russe nel sud del Paese.Sappiamo anche che Putin aveva minacciato gli ucraini di non andare oltre, pena la risposta con le armi atomiche.

MA PARTIAMO DAI FATTI. Ieri mattina all’alba sul ponte che collega la Russia continentale alla penisola di Crimea c’è stata una forte esplosione. Parte della carreggiata per il transito dei camion è crollata e la struttura parallela, quella per il trasporto ferroviario, è stata seriamente danneggiata. Inizialmente Mosca aveva parlato di «un’esplosione causata da un’autocisterna» di combustibile. Poi sono iniziate le solite rivendicazioni indirette da parte ucraina e i video ironici sul web che presentavano l’esplosione come un regalo di compleanno a Putin nel giorno del suo settantesimo compleanno.

La testata Ukrainska Pravda aveva attribuito la responsabilità dell’attacco all’Sbu, i servizi segreti ucraini. I quali non hanno esitato a parafrasare una poesia del bardo nazionale ucraino, Taras Shevchenko, adattandola all’occasione. «Il ponte sta bruciando magnificamente all’alba. Un usignolo sta incontrando l’SBU in Crimea» è apparso online sui canali dell’Sbu.

IL CONSIGLIERE-CAPO del presidente Zelensky, Mykhailo Podolyak, ha scritto sul proprio canale Twitter che «tutto ciò che è illegale deve essere distrutto, tutto ciò che è stato rubato deve essere restituito all’Ucraina, tutto ciò che è occupato dalla Russia deve essere espulso». Nel mese di agosto, Podolyak era stato il primo ad affermare che il ponte di Crimea doveva essere distrutto in quanto obiettivo militare legittimo. E Igor Smelyansky, direttore di Ukrposhta, il servizio di poste nazionale ucraino, non ha perso tempo ad annunciare che la sua azienda emetterà un francobollo commemorativo «con ciò che è rimasto» del ponte di Crimea. È singolare il fatto che Smelyansky abbia detto che il francobollo era stato preparato da molto tempo.

AL MOMENTO SIA L’UCRAINA sia la Russia sembrano concordi nel solito gioco delle parti che, almeno in parte, scongiura l’escalation. Mosca continua a parlare di incidente e l’Ucraina non rivendica. In serata, lo stesso Podolyak ha cambiato radicalmente i toni affermando che «assistiamo a un’escalation del conflitto tra esercito e forze dell’ordine russe, che sta sfuggendo al controllo del Cremlino». Quindi, secondo il funzionario ucraino, l’esplosione del ponte sarebbe il risultato di un conflitto interno tra diversi centri di potere in seno all’amministrazione russa.

Si noti che è la stessa versione che Kiev ha usato per l’attentato alla Dugina a Mosca. Tuttavia, le dichiarazioni del consigliere di Zelensky trovano una qualche sponda nelle indiscrezioni secondo le quali ieri sera a Mosca c’è stata un’operazione segreta condotta dalla «Guardia nazionale» (fedelissima di Putin) e da alcuni reparti di polizia ai danni di alcuni esponenti non meglio specificati dell’esercito.

A tale riguardo, l’unico dato verificato è l’ennesimo cambio al vertice dell’amministrazione militare russa. Il ministero della Difesa di Mosca, infatti, ieri pomeriggio ha confermato l’indiscrezione che già circolava su internet riguardo alla nomina del generale Sergey Surovikin a nuovo comandante del gruppo congiunto delle forze armate impiegate in Ucraina.

Surovikin è il comandante in capo delle forze aeree e spaziali dal 31 ottobre 2017 e ha nel suo curriculum militare il conflitto in Tagikistan, la seconda guerra cecena e il comando delle operazioni in Siria. Secondo il Financial Times, che cita il ministero della Difesa britannico, Surovikin è «un generale notoriamente corrotto e brutale anche per gli standard dell’esercito russo».

INTANTO IN CRIMEA il rappresentante della comunità tatara, Refat Chubarov, ha dichiarato che tra i residenti è iniziata la corsa ad accaparrarsi viveri, acqua e carburante e, diversi video su Telegram, lo confermerebbero. Ora, secondo il capo dell’amministrazione locale, Sergei Aksyonov, già in serata è ripreso il traffico lungo il ponte autovetture e autobus. Per i camion d’ora in poi dovrebbero essere utilizzati i traghetti, ma diversi analisti sono molto scettici sul reale impatto del trasporto via mare in quel quadrante a causa delle strutture portuali vetuste e della flotta insufficiente.