Le iperboli non mancano mai. Dopo aver promesso di dare la caccia agli scafisti «lungo tutto il globo terracqueo», per fermare gli sbarchi e trasformare l’Italia in un hub del gas Giorgia Meloni ha presentato ieri il Piano Mattei, definito «il più significativo progetto a livello geopolitico del governo».

In realtà i sette articoli del decreto licenziato dal consiglio dei ministri descrivono un progetto ancora estremamente vago con cui palazzo Chigi spera di dar vita a partenariati con alcuni Stati africani in una serie lunghissima di settori che va dalla cooperazione allo sviluppo all’istruzione, dalla salute all’agricoltura passando per la promozione degli investimenti, la cultura, l’ambiente, il potenziamento delle infrastrutture, anche digitali, per finire inevitabilmente con il contrasto dell’immigrazione irregolare. Progetti che Meloni conta di presentare e discutere in un conferenza Italia-Africa fissata per i 28 e 29 gennaio a Roma. «E’ una piattaforma programmatica operativa sulla quale costruire un partenariato equo con le nazioni africane, trasformando le crisi anche in una possibile occasione di centralità, per guardare lontano e immaginare progetti di lungo termine», ha spiegato al termine del consiglio dei ministri la premier.

Di tutto questo però, scorrendo il testo del decreto, non c’è traccia. C’è, invece, la conferma che la gestione dell’intero progetto, quando e se mai prenderà corpo, sarà nelle mani di palazzo Chigi che coordinerà una affollata cabina di regia della quale faranno parte, oltre a tutti i ministri, «il presidente della Conferenza delle regioni il direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione, l’Ice, Casa depositi e prestiti e Sace.

Nessuna certezza anche su una altro punto fondamentale come i fondi destinati a finanziare progetti di sviluppo per le economie dei paesi africani. «I fondi che alimentano il Piano Mattei – ha spiegato meloni – sono diversi, e noi abbiamo già sverdi ministeri che lavorano su questa materia, a partire dal tema della cooperazione internazionale allo sviluppo» che nella cabina di regia verrà rappresentata dal viceministro Edmondo Cirielli. Prevista anche una struttura di missione con due dirigenti ministeriali e personale preso da Palazzo Chigi e dai ministeri per la quale è prevista una spesa di 2,1 milioni di euro.

Dopo un anno di annunci e di rinvii, forse ci aspettava qualcosa di più concreto. Non a caso l’accusa che dalle opposizioni viene fatta al governo è quella di aver presentato una cornice sostanzialmente vuota. «Piano Mattei? Evidentemente per dare nobiltà a una scatola vuota serviva il nome di un partigiano», ironizza su Twitter Pierluigi Bersani. Per il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli, invece, «Il piano Mattei non prevede risorse ma appalta a Eni la gestione della politica estera in Africa. Nel giorno in cui l’Italia è sotto l’acqua per eventi meteo estremi il governo approva un decreto che ha il solo scopo di far arrivare dall’Africa più gas trasformando il nostro Paese in un hub del gas e non rispettando gli impegni sul clima».