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Il piccolo disgelo pre-elettorale di Putin: torna in libertà Boris Kagarlitksy

Il piccolo disgelo pre-elettorale di Putin: torna in libertà Boris KagarlitksyBoris Kagarlitksy

Russia Sociologo e maître-à-penser della sinistra antagonista russa. Era in carcere da quattro mesi. Ora esorta a non dimenticare gli altri casi simili al suo. Riappare anche Navalny, subirà l'ennesimo processo

Pubblicato 11 mesi faEdizione del 13 dicembre 2023

Il sociologo Boris Kagarlitsky, principale figura della sinistra antagonista in Russia, è stato liberato ieri dopo oltre quattro mesi di detenzione.

Il giudice di prima istanza del processo contro di lui intentato per «giustificazione del terrorismo» ha respinto le richieste di reclusione della procura (cinque anni e mezzo), condannando invece Kagarlitsky al pagamento di una multa di 600mila rubli (6200 euro) e al divieto di amministrare siti web per due anni, una limitazione che va a cumularsi ai controlli governativi derivanti dallo status di «agente straniero» già precedentemente affibbiatogli dalle autorità.

Il sociologo, che è apparso in forma davanti alle telecamere, ha attribuito la sentenza, inattesa e molto clemente per gli standard dell’odierna Russia, alla propria notorietà internazionale e all’elevata visibilità politica che il caso aveva assunto. Subito dopo l’arresto avvenuto a luglio, l’agguerrito gruppo di compagni e studenti di Kagarlitsky (riunito sulla piattaforma multimediale Rabkor) aveva dato il via a una multiforme campagna di sensibilizzazione pubblica sulle assurde misure che avevano colpito il loro maestro. La campagna aveva avuto i suoi echi internazionali, a cui ha contribuito anche il manifesto, di cui Kagarlitsky è stato a lungo collaboratore.

La gioia dei sostenitori russi per questo «miracolo nei tempi bui della persecuzione» è stata condivisa da molti leader della sinistra d’opposizione europea, quali Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione, che sul nostro giornale aveva promosso un appello per la liberazione del filosofo e ha rilanciato la campagna di sottoscrizioni per aiutare Kagarlitsky a estinguere la multa.
Secondo l’avvocato di Kagarlitsky, la Corte ha anche tenuto in considerazione l’età (65 anni) del suo assistito. Kagarlitsky ha esortato i giornalisti a non dimenticare gli altri casi simili al suo ma finora rimasti fuori dall’occhio delle telecamere.

Ieri c’è stato molto fermento nella giustizia russa. Un altro giudice ha negato la libertà condizionata a Zarena Musaeva, cecena madre dei tre fratelli Jangulbaev, tutti oppositori di Ramzan Kadyrov. E sempre ieri è anche riapparso l’oppositore detenuto Alexey Navalny, con cui da sei giorni gli avvocati non riuscivano a mettersi in contatto, temendo il peggio. Secondo diverse fonti sarebbe stato trasferito dalla colonia penale di Melekhovo a Mosca per un nuovo procedimento penale aperto nei suoi confronti per «vandalismo».

Secondo molti osservatori interni, la liberazione di Kagarlitsky e gli sviluppi sugli altri casi politici vanno interpretati alla luce del recente annuncio dell’ennesima candidatura (e scontata rielezione) di Putin alle presidenziali dell’anno prossimo. Con simili mosse d’immagine, il Cremlino starebbe sondando il fronte degli oppositori, in particolare quelli schierati su posizioni di sinistra, le cui posizioni vengono dette in ascesa, così che si ricorre a misure preventive di pacificazione ed «ammorbidimento» quali la cancellazione di questo evidente caso di abuso di giustizia.

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