Il Pd ha voglia di Mattarellum e preferisce rovesciare il tavolo
Petizione popolare Quando ormai sembrava che la legge elettorale fosse del tutto desaparecida, e che chiedere al Parlamento di legiferare fosse una fissazione dei soliti cittadini costituzionalisti, ecco che l’elezione dell’alfaniano Salvatore […]
Petizione popolare Quando ormai sembrava che la legge elettorale fosse del tutto desaparecida, e che chiedere al Parlamento di legiferare fosse una fissazione dei soliti cittadini costituzionalisti, ecco che l’elezione dell’alfaniano Salvatore […]
Quando ormai sembrava che la legge elettorale fosse del tutto desaparecida, e che chiedere al Parlamento di legiferare fosse una fissazione dei soliti cittadini costituzionalisti, ecco che l’elezione dell’alfaniano Salvatore Torrisi a presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato al posto del democratico Giorgio Pagliari l’ha riportata al centro dei riflettori. Non si tratta infatti di una pura alchimia parlamentare. Il grande trambusto nella maggioranza sembra tanto un’occasione colta al volo dai dirigenti del Partito democratico per gettare fumo gli occhi, soprattutto dell’opinione pubblica. È successo più di una volta che un presidente di commissione previsto non ricevesse i voti sufficienti. Mentre invece è piuttosto evidente che tra i parlamentari è molto scarso l’entusiasmo per il Mattarellum, legge elettorale maggioritaria, l’unica che il Pd e soprattutto il segretario – che attende di essere prossimamente rieletto in pompa magna a leader del partito – prendono in considerazione. E non è neppure da trascurare che Matteo Renzi, che dalle primarie del 30 aprile si aspetta di celebrare un nuovo trionfo che lo riporti al centro della scena, non ha del tutto rinunciato all’ipotesi di elezioni politiche ravvicinate. Insomma, spiegazioni extra-parlamentari di una crisi.
Non a caso Torrisi non mostra nessuna intenzione di dimettersi, nonostante le richieste di Angelo Alfano, per amore del governo. Anzi, manda a dire che nessuno ne capirebbe le ragioni, di questa crisi, soprattutto i cittadini. In effetti, cosa c’è da drammatizzare? Le opposizioni, in tutti gli schieramenti, hanno votato insieme un unico candidato alla presidenza della commissione, contro le indicazioni del partito di maggioranza al governo. È già successo, ma sarebbe la prima volta che un governo cade per un motivo del genere. A chiarire tutto è stato Lorenzo Guerini: « La legge elettorale è a rischio», ha tuonato il vicesegretario del Pd. Ecco dunque svelato l’arcano. Meglio rovesciare il tavolo, gridare al tradimento e al complotto. Addirittura invocare un incontro con il presidente della Repubblica, Mattarella.
Oltretutto che che la candidatura di Pagliari non fosse priva di rischi era noto anche all’ex premier. È francamente ridicolo che ora il Pd gridi allo scandalo, che chieda incontri con il Presidente del Consiglio su una questione che riguarda solamente il Parlamento e non il governo o addirittura con il Capo dello Stato che ancor meno va coinvolto. Ma la drammatizzazione messa in atto da Renzi ha uno scopo preciso. Il Pd non riesce a trovare sponde sufficienti per fare passare la sua proposta di legge elettorale, ovvero il ritorno del Mattarellum. Quindi sceglie la strada di utilizzare ogni incidente di percorso per sollevare un polverone e dichiarare l’elaborazione di una nuova legge elettorale coerente con il dettato costituzionale a rischio. Sullo sfondo si delinea persino uno scontro sempre più evidente tra il Pd e il governo Gentiloni, al quale viene rimproverata poca obbedienza ai voleri del partito di maggioranza relativa. In questo modo si trascina il paese nel caos e si cerca di cancellare il senso del referendum del 4 dicembre. Nell’incontro con i suoi parlamentari Matteo Renzi ha voluto lanciare una sfida al fronte del No per una proposta in positivo sulla legge elettorale. Vogliamo avvisarlo che questa sfida l’abbiamo già raccolta. I comitati per il No alla deforma costituzionale stanno raccogliendo le firme di cittadine e cittadini in calce ad una petizione popolare, ai sensi dell’articolo 50 della Costituzione, che presenteremo a fine mese ai Presidenti delle Camere, affinché il Parlamento faccia una legge elettorale coerente con la Costituzione, di tipo proporzionale, senza premi di maggioranza e capilista bloccati.
Per firmare: change.org Petizione: Restituire la sovranità agli elettori
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