Il ministro Schillaci mette il freno: la sanità sarà governata a Roma
Il giorno dopo l’approvazione in Consiglio dei ministri del disegno di legge sull’autonomia differenziata perfino il ministro della Salute è costretto a intervenire per placare le proteste dei medici che vedono a rischio il sistema sanitario nazionale.
Lo SpaccaItalia lanciato da Calderoli segna l’addio al principio di uguaglianza ed equità nella salute con il rischio che la sanità diventi «una cosa per ricchi». Il coro di critiche parte dai medici, si allarga alle società scientifiche e ai sindacati.
Per il segretario della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) Filippo Anelli, il ddl «mette a rischio il Servizio sanitario nazionale ed il principio della solidarietà tra le regioni. C’è forte preoccupazione perché si sta dando una ulteriore autonomia alle regioni. Veniamo già da 20 anni di regionalismo in cui i due principi cardine del Ssn, e cioè l’equità e la solidarietà nelle cure, in realtà non hanno funzionato perchè non si è riusciti a colmare le diseguaglianze nel paese mentre non c’è stato da parte delle regioni un ricorso ad un meccanismo di solidarietà per aiutare le più indietro». Ancora più diro Pierino Di Silverio, segretario del maggiore dei sindacati dei medici ospedalieri, l’Anaao-Assomed: «È un provvedimento di disgregazione sociale, che va nel senso di una disintegrazione di ciò che resta di un welfare state che in Italia è già in profonda crisi. Vuol dire non volere più l’unità del Paese». La sanità, avverte, «diventerà un affare da ricchi, e la qualità delle cure dipenderà dalla fortuna di nascere in una parte ricca del Paese o dalla fortuna di nascere ricchi». Già oggi, sottolinea, «il costo complessivo della mobilità sanitaria è di 600 milioni, ma questo costo aumenterà sicuramente».
Critiche che il ministro della Salute Orazio Schillaci, tecnico di area Fratelli d’Italia, cerca di parare chiedendo che le Regioni siano in qualche modo «guidate dal ministero» che, a suo dire, deve avere «non solo un potere di indirizzo e distribuzione dei fondi ma deve anche sostenere un meccanismo virtuoso insieme alle Regioni per capire chi lavora meglio e aiutare chi è in difficoltà o non riesce a lavorare così bene». «Il ministero – ha aggiunto Schillaci – deve lavorare con le Regioni perché i gap che ci sono tra regione e regione addirittura sull’attesa di vita sono completamente inaccettabili in una nazione moderna come la nostra».
Di tono assai diverso le parole di Matteo Salvini, ancora trionfante per l’approvazione di giovedì: «Se in alcune Regioni il livello di assistenza sanitaria è scadente, non è per l’autonomia, che non c’è, è per l’incapacità di alcuni governatori, penso a De Luca ed Emiliano, che – attacca – chiacchierano e per anni non hanno fatto nulla».
Il presidente della Puglia, Michele Emiliano gli risponde subito, legando le polemiche politiche interne alla maggioranza all’esito del voto regionale:: «Se la Lega va sotto il risultato di Fratelli d’Italia in Lombardia – afferma – cambiano gli assetti interni al governo in maniera ancora più negativa per la Lega e Forza Italia. Spero che dopo le regionali questo discorso sull’autonomia possa estinguersi».
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