Il «j’accuse» del sindaco Domenico Finiguerra
Le lacrime del potere Mentre alcuni giovani, definiti «ecovandali» dai massmedia nostrani, rischiano la galera, altri, rispettati personaggi, costruttori, immobiliaristi con la complicità di amministratori comunali e politici, invocano grandi opere, la ripresa della […]
Mentre alcuni giovani, definiti «ecovandali» dai massmedia nostrani, rischiano la galera, altri, rispettati personaggi, costruttori, immobiliaristi con la complicità di amministratori comunali e politici, invocano grandi opere, la ripresa della crescita e la “necessità” di continuare a spargere di cemento il nostro Paese.
Ma chi sono i veri vandali, i veri barbari? I giovani che rischiano anni di galera per cercare di attirare l’attenzione delle istituzioni e della politica sui problemi prodotti dal cambiamento climatico o i costruttori avidi al seguito di politici che invocano la ripresa dell’edilizia (non certo quella popolare), la costruzione del Ponte sullo Stretto, la trivellazione del suolo e del mare alla ricerca di gas e petrolio?
L’impressione è che si guardi al dito e non alla luna. Quello che è successo nell’Emilia Romagna non è un’emergenza, un evento naturale (come succedeva in passato) che si ripete ogni 50 o 100 anni. È invece quello che accadrà negli anni a seguire con sempre maggiore violenza a causa dei cambiamenti climatici dovuti all’effetto serra.
Ormai il re è nudo, lo dicono tutti. Solo che alcuni continuano indisturbati nella loro opera di devastazione dell’ambiente accelerando i devastanti processi in corso, mentre altri, più giovani, si battono per una vera conversione ecologica e per questo le loro azioni sono perseguite col carcere. Viviamo in un paese alla rovescia dove si premiano coloro che sostengono la ripresa dell’economia a qualunque costo e del profitto mentre altri, le vittime di questa ripresa, hanno perso tutto i loro beni e perfino i loro cari.
Mi ha molto colpito quanto affermato dal sindaco, Domenico Finiguerra (noto per il suo impegno civile e politico a favore dell’ambiente e per i molti riconoscimenti pubblici ricevuti), Sindaco di Cassinetta di Lugagnano, che ha scritto un documento appello ripreso dai social e che riporto integralmente:
«Voi che vi riempite la bocca di parole trite e ritrite: “crescita, sviluppo, competitività”. Ripetute come un mantra per nascondere il vuoto delle vostre idee. Dogmi imparati come scolaretti per essere promossi dalle maestrine di Confindustria e dei mercati finanziari.
Non avete alcun diritto di piangere!
Voi che quando siete seduti sulle comode poltrone a Porta a Porta vi lanciate, l’uno contro l’altro le medesime ricette stantie: “Dobbiamo rilanciare le grandi opere, dobbiamo far ripartire l’edilizia, ci vuole un nuovo piano casa, forse anche un nuovo condono”.
Non avete alcun diritto di piangere!
Voi che con il fazzoletto verde nel taschino avete chiesto il voto per difendere la pianura padana da invasioni di ogni genere e poi dagli assessorati comunali, provinciali e regionali avete vomitato sulle campagne padane la vostra porzione di metri cubi di cemento, insieme a tutti gli altri.
Non avete alcun diritto di piangere!
Voi che avete giurato fedeltà alla Costituzione ma poi non ne rispettate l’art. 9: “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione”, e approvate piani regolatori che hanno come unico obiettivo quello di svendere il territorio e di fare cassa con gli oneri di urbanizzazione.
Non avete alcun diritto di piangere!
Voi che, con l’arroganza di chi non ha argomenti, denigrate chiunque si opponga alla vostra furia predatoria di saccheggiatori del territorio. Voi che, con il risolino di chi è sicuro del potere che detiene, ridicolizzate tutti i giorni i comitati, gli ambientalisti, le associazioni, i cittadini, che mettono in guardia dai pericoli e dal dissesto idrogeologico creati dalle vostre previsioni edificatorie.
Non avete alcun diritto di piangere!
Voi che siete la concausa delle catastrofi alluvionali, dovute alla sigillatura e all’impermeabilizzazione della terra operate dalle vostre espansioni urbanistiche, dai vostri centri commerciali, dai vostri svincoli autostradali. Voi che avete costruito il vostro consenso grazie alle grandi speculazioni edilizie, ai grandi eventi, alle grandi opere o anche alla sola promessa di realizzarle.
Non avete alcun diritto di piangere.
Nessun diritto di piangere le vittime dell’ennesima alluvione. Né le vittime di tutte le precedenti catastrofi causate anche dalla vostra ideologia. Perché voi, iscritti e dirigenti del Partito del Cemento, siete i veri estremisti di questo paese. Siete i veri barbari di questo nostro paese. Siete la vera causa del degrado ambientale, della violenza al paesaggio e dello sprofondamento del paese nel fango.
No. Non avete alcun diritto di piangere.
E gli italiani dovrebbero cominciare a fischiarvi e cacciarvi dai funerali. E gli italiani dovrebbero smettere di pregare davanti alle vostre altissime gru, totem di un modello di sviluppo decotto e decadente che, prima di collassare, rischia di annientare i beni comuni di questo Paese, di questo pianeta».
E se altri Sindaci (di sinistra) ne seguissero l’esempio?
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