Lavoro

Furlan: «Il governo ci ascolti e cambi politica economica»

Furlan: «Il governo ci ascolti e cambi politica economica»Annamaria Furlan – LaPresse

Intervista alla segretaria generale della Cisl Il paese è fermo. Ma lo sblocca cantieri taglia solo in trasparenza e sicurezza

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 20 aprile 2019

«Non ci auguriamo che il governo cada, ci auguriamo che ci ascolti e che cambi completamente una politica economica evidentemente negativa e sbagliata».

Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, come giudica le fibrillazioni nella maggioranza sul Def e l’aumento dell’Iva?
Vedo che i dati economici che diventano drammaticamente veritieri ci dicono che avevamo assolutamente ragione a presentare, con Cgil e Uil, la nostra piattaforma alternativa sul tema della crescita. Quella che abbiamo lanciato con la grande manifestazione unitaria del 9 febbraio a piazza San Giovanni. Prima il governo parlava di 1,5%, poi di 1 e ora 0,2 e 0,1 tendenziale di aumento del Pil. Ciò significa – come dicevamo da tempo – che il paese è bloccato e il tema prioritario è come farlo ripartire. Per noi la strada è iniziare dallo sblocco della medie e grandi opere tra il Sud e il Nord e tra il Nord e il resto d’Europa: sono bloccati 100 miliardi di investimenti e 400 mila posti di lavoro solo nell’edilizia.

Dal governo le risponderebbero: per questo abbiamo fatto il decreto Sbloccacantieri…
Lo Sbloccacantieri che dovrebbe rendere più veloci gli iter burocratici di fatto taglia solo in trasparenza e sicurezza: passare dall’attuale 30 al 50% la possibilità di subbappalto, il ritorno del massimo ribasso, l’innalzamento delle soglie di affidamento diretto faranno solo aumentare il rischio di infortuni sul lavoro – i morti sono quasi sempre lavoratori in subappalto – e comprometteranno la legalità. Il governo non ha voluto tenere conto delle osservazioni del sindacato e ad oggi non ha ancora definito le opere prioritarie da sbloccare.

Torniamo all’Iva. Ad aprire all’innalzamento dell’aliquota coniugandola con una simil Flat tax è anche il presidente di Confindustria Boccia: su questo l’asse con voi regge?
È un asse che non mi risulta. Ogni aumento dell’Iva colpisce per prime le famiglie più povere. L’Iva non va alzata, va fatta pagare. Abbiamo una evasione dell’Iva a livelli incredibili, quasi 40 miliardi all’anno. Assieme a quella contributiva e fiscale ci dà un primato negativo in Europa. Ecco dove possiamo reperire le risorse per una riforma fiscale: recuperando l’evasione. Il problema principale del governo sono i numeri irrealistici: la finanziaria 2020 parte già con 23 miliardi per sterilizzare l’Iva, 10 di mancata crescita per lo 0,9 di previsione sbagliata e altri 10 per Quota 100 e Reddito di cittadinanza per un totale di 40 miliardi. Come chiediamo da anni la riforma fiscale deve guardare innanzitutto ai veri azionisti dell’erario italiano: lavoratori dipendenti e pensionati versano l’85% dell’Irpef totale. Di certo la riforma non può essere fatta con una tassa piatta dimenticandosi del dettato costituzionale che impone progressività fiscale e favorendo i ricchi.

Sulla proposta del salario minimo orario avanzata dal M5S sembra che Lega stia con voi per fermarla o cambiarla.
Quando il tema del lavoro entra nell’agone politico in vista di una tornata elettorale butta sempre male. Invece che parlare di salario minimo servirebbe abbassare il cuneo fiscale usandolo tutto – l’hanno detto perfino gli industriali – per alzare i salari dei lavoratori. Se il tema è invece come tutelare il 15% di lavoratori che non rientrano sotto l’ombrello del contratto nazionale noi diciamo che il salario minimo orario è fissato dai minimi dei contratti nazionali e che quindi è fatto anche di Tfr, tredicesima, welfare, maternità, diritti. Un livello che nella stragrande maggioranza dei contratti nazionali va ben oltre i 9 euro l’ora proposti dal M5S. Faccio un esempio preciso: per mesi si è parlato di dare un contratto ai rider che portano pietanze a casa, poi un giudice di Torino ha riconosciuto loro il contratto della logistica. Di Maio ha detto che non vuole ostacolare la contrattazione e spero che nell’incontro del 30 aprile con noi sindacati lo dimostri.

Lei il 25 aprile terrà il comizio al corteo Anpi di Milano: è preoccupata dal clima di odio sociale che si respira in Italia?
Molto. Gli esempi sono quotidiani, dall’odio contro i rom a Torre Maura a Roma ai forni crematori evocati da ragazzi di 11 anni a Ferrara. Stiamo disperdendo il senso di coesione sociale e solidarietà. Ma proprio dai ragazzi abbiamo esempi straordinari come Greta che si batte contro il cambiamento climatico, Simone che a Torre Maura ha sfidato Casa Pound, Rami l’eroe italo egiziano del pullman di Milano che vuole fare il carabiniere. Il 25 aprile‬ va festeggiato ricordando l’insegnamento di libertà dei partigiani che non deve essere solo scritto sulla carta costituzionale ma tornare nei nostri cuori.

Come si trova con Landini? In molti nella Cisl erano preoccupati di una Cgil barricadera.
Stiamo lavorando molto, molto bene. Lo conoscevo poco, ma devo dire che con rispetto e determinazione stiamo mantenendo una unità invidiabile confermata anche dall’appello per un’Europa da cambiare che abbiamo firmato anche con Confindustria.

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