Il Dap istituisce una commissione ispettiva sulle rivolte del marzo 2020
Un magistrato, tre direttori, due comandanti e due dirigenti per sei mesi di indagini. In quei giorni morirono 12 detenuti.
Un magistrato, tre direttori, due comandanti e due dirigenti per sei mesi di indagini. In quei giorni morirono 12 detenuti.
«Una Commissione ispettiva per fare luce sull’origine delle rivolte dei detenuti avvenute negli istituti nel marzo 2020, sui comportamenti adottati dagli operatori penitenziari per ristabilire l’ordine e la sicurezza e su eventuali condotte irregolari o illegittime poste in essere». Ad annunciarla è il ministero di Giustizia che ha voluto così rispondere – tardivamente, ça va sans dire – alle richieste di fare luce su quei 12 detenuti morti durante e dopo le rivolte scoppiate alle prime misure restrittive anti-Covid e sedate dalla polizia penitenziaria.
La Commissione istituita dal capo del Dap, Petralia, e dal suo Vice, Tartaglia, che sarà presieduta dal magistrato Sergio Lari, ex procuratore generale della Corte d’Appello di Caltanissetta, dovrà anche rispondere alla pressante richiesta di chi vede dietro quelle rivolte una regia occulta ed esterna.
Lari, scelto dal Dap per la sua «lunga e comprovata esperienza e capacità», ha 6 mesi di tempo per scoprire ciò che in questi 13 mesi non è stato scoperto, e sarà affiancato da Rosalba Casella (ex direttrice del carcere di Sant’Anna di Modena), Giacinto Siciliano (direttore di San Vittore), Francesca Valenzi (dirigente Ufficio detenuti e trattamento del ministero di Giustizia), Marco Bonfiglioli (dirigente del Provveditorato Emilia Romagna e Marche), Luigi Ardini (comandante del carcere romano di Rebibbia) e Riccardo Secci (comandante del carcere di Lecce).
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