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Il Csm si riunisce, Natoli va verso la sospensione

Il Csm si riunisce, Natoli va verso la sospensione

Giustizia Al plenum si discuterà della posizione della consigliera vicina a La Russa. Togati in massa per lo stop, i laici di destra si asterranno

Pubblicato circa un mese faEdizione del 11 settembre 2024

È il giorno di Rosanna Natoli a palazzo Bachelet. Questa mattina, al plenum del Csm, verrà votata la sospensione della consigliera laica incappata a luglio nello scandalo della registrazione dei suoi colloqui riservati con una giudice sotto procedimento disciplinare.

Pallottoliere alla mano, il destino pare scritto e almeno 25 consiglieri si esprimeranno contro di lei: tutti i togati tranne uno (l’indipendente Andrea Mirenda), i giudici di cassazione Margherita Cassano e Luigi Salvato, il laico del Pd Sergio Romboli e quello di Italia Viva Ernesto Carbone. I consiglieri nominati dalla maggioranza di governo, con ogni probabilità, opteranno per l’astensione, così come dovrebbe fare anche Michele Papa (M5s), destinato a sostituire Natoli nella commissione disciplinare.

Il copione, dunque, appare ormai incardinato: preso atto della mancanza di dimissioni della consigliera (e del malumore espresso dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per una situazione oggettivamente imbarazzante in seno all’organo di governo autonomo della magistratura), neanche la destra appare disposta a innalzare le barricate in difesa della «protetta» di Ignazio La Russa, che l’ha fortemente voluta come consigliera del Csm dopo la sua mancata elezione in parlamento alle politiche del 2022.

Occhi puntati sul voto del vicepresidente Fabio Pinelli, leghista: la trascrizione del colloquio tra Natoli e la giudice catanese Maria Fascetto Sivillo era finita direttamente nelle sue mani il giorno in cui scoppiò il caso e sempre lui ha consegnato il tutto alla procura di Roma, che ha aperto un fascicolo e ha iscritto Natoli nel registro degli indagati per rivelazione di segreto, con lei che poi non si è presentata all’interrogatorio.

Adesso la questione è delicata: Pinelli, espressione della Lega, voterà contro Natoli come buonsenso e sensibilità istituzionale imporrebbero o si asterrà come il resto dei consiglieri di destra? Tra i consiglieri si dà quasi per scontato che opterà per la prima opzione. In tutto questo Natoli, che avrà facoltà di intervenire dopo la relazione iniziale di Pinelli, non vuole arrendersi senza combattere. Quantomeno appare intenzionata a piantare ulteriori grane.

Appena la settimana scorsa si era definita «terrorizzata, forzata e violentata psichicamente» dalle toghe di sinistra per non farla votare quando si è trattato di scegliere il nuovo procuratore di Catania, con la vittoria di Francesco Curcio su Giuseppe Puleio per appena un voto. La preferenza di Natoli sarebbe andata al secondo, che avrebbe guadagnato il posto in virtù della maggiore anzianità. In realtà, però, a Puleio sono mancati altri due voti dati per certi: quello di Papa e quello del togato di Magistratura indipendente Dario Scaletta, che si era allontanato dall’aula.

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