Nelle sentenze – due – il Consiglio di Stato si è pronunciato su diverse questioni. Non ha riconosciuto come necessario il coinvolgimento di Roma Capitale nel processo decisionale (va distinta la «fase di organizzazione amministrativa da quella di esercizio delle funzioni di valorizzazione del patrimonio culturale», recita la sentenza). Ha poi difeso l’istituzione del Parco autonomo poiché «rientra nell’esclusiva competenza legislativa dello Stato e amministrativa del Ministero». E ha riaperto i giochi per la scelta internazionale del direttore, «in quanto il bando di gara gli attribuisce compiti che attengono essenzialmente alla gestione economica e tecnica del Parco». Il merito dei giudici è, con quest’ultima motivazione, quello di aver messo in chiaro il punto dolente: la separazione netta, perseguita dalla riforma Mibact, fra tutela e valorizzazione del patrimonio. Cavillo burocratico in più o in meno.
Il Consiglio di Stato dice sì al Parco del Colosseo
Beni culturali. I giudici accolgono l'appello del Mibact e annullano la sentenza del Tar del Lazio. Franceschini twitta e va avanti
Beni culturali. I giudici accolgono l'appello del Mibact e annullano la sentenza del Tar del Lazio. Franceschini twitta e va avanti
Pubblicato 7 anni faEdizione del 25 luglio 2017
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