Internazionale

Il Comitato del Sì offende gli israeliani-italiani

Il Comitato del Sì offende gli israeliani-italiani

Referendum La lettera di Renzi inviata agli italiani ebrei in Israele riporta nell'indirizzo a "Gerusalemme - Palestina". L'Aire, l'anagrafe degli italiani residenti all'estero, considera la Città Santa parte del Mandato britannico. Sdegno in Israele, polemiche in Italia.

Pubblicato quasi 8 anni faEdizione del 15 novembre 2016
Michele GiorgioGERUSALEMME

Ad ottobre Matteo Renzi era stato, unico tra i leader europei, pronto ad esporsi in prima persona per affermare i legami tra gli ebrei, il Monte del Tempio (la Spianata delle moschee) e Gerusalemme, “minacciati” dal voto dell’Unesco sullo status della città santa. Un mese dopo il presidente del consiglio ha commesso uno svarione proprio nei confronti di Israele, il Paese che più gli sta a cuore. La ben nota lettera del Comitato del Sì nel referendum inviata agli italiani residenti all’estero, sta provocando sdegno tra gli israeliani ebrei con cittadinanza italiana (gli Italkim) residenti a Gerusalemme nonchè l’ira di partiti ed esponenti politici italiani sostenitori di Israele. La busta contenente la lettera, oltre il nome riporta nell’indirizzo “Gerusalemme-Palestina”. Apriti cielo. Quando gli israeliani-italiani si sono visti recapitare a casa il messaggio di Renzi le proteste sono scattate immediate. Per due ragioni: perchè l’indirizzo ignora l’esistenza di Israele e perché Gerusalemme non è considerata parte di Israele (e secondo le risoluzioni internazionali non lo è).

«Gerusalemme – si legge in un post su Moked, il portale dell’ebraismo italiano – dove sta? Secondo l`indirizzario dell’Aire, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero, si trova ancora nella Palestina del Mandato britannico». L’accaduto, ha spiegato con grande imbarazzo un portavoce del Comitato del Sì, è davvero dipeso dall’indirizzario dell’anagrafe dell’Aire che include Gerusalemme ancora nella Palestina del Mandato (1917-1948). La squadra di Renzi ha già fatto sapere che «Al più presto la lettera sarà rispedita con l’intestazione corretta» (Gerusalemme in Israele?) anche perché, non è un mistero, proprio dagli italiani nello Stato ebraico il presidente del consiglio spera di raccogliere un consenso massiccio al Sì, in considerazione dell’appoggio senza esitazioni che Renzi ha sempre offerto a Israele.

La ricaduta della vicenda nel dibattito infuocato che in Italia accompagna la campagna per il referendum è stata inevitabile. L’opposizione di destra si è schierata compatta contro il primo ministro colpevole prima di aver inviato la lettera agli italiani residenti all’estero e responsabile poi di aver offeso Israele. «I media israeliani – hanno commentato i leghisti Roberto Calderoli e Paolo Grimoldi – stanno allietando i loro lettori con l’ultima incredibile figuraccia internazionale del nostro baldo premier Renzi».

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