Europa

Il caso Catalogna: sì all’esproprio degli appartamenti vuoti

Il caso Catalogna: sì all’esproprio degli appartamenti vuoti

Spagna In discussione al Senato la legge sulla casa

Pubblicato più di un anno faEdizione del 13 maggio 2023

A volte la prossimità delle elezioni fa miracoli e così, in vista del rinnovo dei consigli delle Comunità autonome e dei Comuni che avverrà il prossimo 28 maggio, il tema della casa è tornato centrale nell’agenda politica spagnola. L’annuncio meno convenzionale tra tutti è quello fatto dalla Generalitat de Catalunya: questa settimana il governo catalano ha infatti identificato 189 appartamenti sfitti da oltre due anni, patrimonio immobiliare di grandi proprietari, che presentano perciò le caratteristiche per poter essere espropriati.

Secondo la Generalitat sarebbero oltre 31.000 gli appartamenti non occupati in Catalogna. In Spagna, l’istituto nazionale di statistica conta 3,4 milioni di appartamenti sfitti, il 13,7% del totale degli immobili. Di proprietà di persone fisiche, imprese e banche, si concentrano nelle grandi città, soprattutto a Madrid, con 153.000 appartamenti vuoti (quasi il 10% del totale) e a Barcellona (l’1,5% del totale).

Per il momento, l’iniziativa della Generalitat interesserà 14 municipi delle province di Barcellona, Tarragona e Girona. Per l’espropriazione sono disponibili intanto 5 milioni di euro che consentono di acquisire alla proprietà pubblica tra i 50 e i 70 appartamenti sfitti da oltre due anni, da destinare a famiglie vulnerabili, sarebbero 1.800 le famiglie note in situazione di emergenza. I primi espropri si risolveranno nel prossimo gennaio.

Gli appartamenti presi in considerazione sono solo di proprietà di persone giuridiche, banche o fondi di investimento, grandi proprietari in possesso di oltre 10 appartamenti. L’espropriazione dell’immobile avverrà eventualmente alla fine di un processo di alcuni mesi, in cui sarà richiesto al proprietario di accreditarne l’occupazione con residenti o di metterlo in affitto a prezzi sociali. Nel caso in cui l’immobile persista sfitto, si cercherà allora di accordarsi sul suo valore e, in mancanza di collaborazione del proprietario, la Generalitat procederà al suo esproprio: l’appartamento diventerà così di proprietà del Institut Català del Sòl (Incasol).

La mancanza di un parco pubblico di allogi sufficiente a soddisfare la domanda, lo sfratto per intervenuta impossibilità a pagare il mutuo, la difficoltà di accesso a una casa per l’elevatezza dell’affitto, sono stati tra i motivi principali della bolla immobiliaria speculativa e perciò dell’impoverimento di larghe fasce di popolazione cadute nella trappola dell’indebitamneto facile, nella crisi economica del 2008. Perciò, soprattutto in Catalogna, sorse allora il movimento della Pah, Plataforma Afectados por l’Hipóteca, da cui emersero leader politici come l’attuale sindaca di Barcellona Ada Colau.

Tuttora, la situazione abitativa è un grande problema in Spagna, perciò l’ultimo atto della legislatura del governo spagnolo prima delle elezioni di maggio, è stata l’approvazione di una legge sulla casa, in discussione al Senato, con misure per limitare il prezzo degli affitti e promuovere gli appartamenti di edilizia popolare.

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