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Il calcolo politico di Tusk: la Polonia potrà sospendere il diritto d’asilo

Il calcolo politico di Tusk: la Polonia potrà sospendere il diritto d’asiloIl premier polacco Donald Tusk – foto Ap

Migranti La stretta approvata in Consiglio dei Ministri. Una misura in risposta alla guerra ibrida di Bielorussia e Russia

Pubblicato circa 8 ore faEdizione del 16 ottobre 2024

«È stata una decisione difficile ma necessaria che tutti si aspettavano», ha dichiarato ieri in serata il premier polacco Donald Tusk di Piattaforma civica (Po) annunciando l’adozione da parte del Consiglio dei ministri di un piano migratorio dopo un dibattito durato sei ore. La strategia si articola in un documento di una trentina di pagine che prevede anche la possibilità di sospendere il diritto d’asilo in Polonia e l’introduzione di un test di cittadinanza per gli stranieri che vogliano farne richiesta.

Una misura controversa la prima che mira a contenere i migranti provenienti da Est impiegati come armi nella “guerra ibrida” condotta da Bielorussia e Russia per mettere pressione all’Ue. Il piano da attuare nel periodo 2025-2030 pone l’accento sull’importanza del concetto di “integrazione” degli stranieri in contrasto a quello di “assimilazione” che assume una connotazione negativa.

Nove anni fa sempre nelle vesti di primo ministro Tusk si era impegnato con Bruxelles ad accogliere migliaia di rifugiati durante la crisi umanitaria in Siria. Un accordo preso a ridosso di quelle elezioni parlamentari che sancirono la vittoria della destra populista di Diritto e giustizia (Pis), destinata poi a dominare la vita politica del Paese sulla Vistola nei successivi otto anni. Lo spauracchio dell’immigrazione agitato, allora ed ancora oggi, dal Pis fu uno dei fattori chiave nella sconfitta del liberali.

Po e Pis, non hanno ancora annunciato i loro candidati alle presidenziali previste la prossima primavera. Eppure Tusk non vorrebbe commettere lo stesso errore di allora. Così a pochi mesi dalle urne ha deciso di giocare d’anticipo rubando il tema dell’immigrazione al Pis. L’annuncio di sospendere il diritto all’asilo si configura allora come un calcolo politico. Così come sembra calcolato il rischio che l’ex presidente del Consiglio europeo ha scelto di correre dopo essere andato incontro alla reazione stizzita da parte di Bruxelles e a qualche mal di pancia nella coalizione al governo. Po è saldamente affiliata al Partito popolare europeo e ha sostenuto la ricandidatura di von der Leyen a presidente della Commissione Ue. Ecco perché è improbabile il verificarsi di uno scontro frontale tra Varsavia e Bruxelles come ai tempi del Pis. Sul fronte interno i centristi di Trzecia droga (Terza via) si sono dissociati dall’iniziativa di Tusk: «Delle limitazioni tanto serie al diritto di asilo non dovrebbero essere applicate in modo preventivo», ha affermato Szymon Hołownia speaker del Sejm, la camera bassa del parlamento. Meno sfumata invece la reazione di alcuni deputati di Lewica (Sinistra), anch’essi nella coalizione di Tusk: «Il documento va bene al 90% se non fosse che l’impossibilità di presentare richiesta d’asilo è una misura incostituzionale», ha dichiarato la deputata Anna Maria Żukowska.

Intanto, una serie di sondaggi condotti quest’anno da Ipsos hanno fatto registrare negli ultimi due anni un aumento del 15% tra le persone a favore dei respingimenti che l’attuale governo preferisce chiamare zawrócenia “riaccompagnamenti”. La creazione di una zona cuscinetto tra Polonia e Bielorussia, la cui validità è stata estesa fino alla metà di gennaio 2015, e il nie di Tusk al Patto europeo sull’immigrazione e l’asilo dimostrano al momento che Po non voglia discostarsi troppo dal Pis in materia di politiche di accoglienza.

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