«La transizione sociale e medica mi ha reso felice per la prima volta in vita mia. Finalmente mi riconosco e so che anche gli altri mi vedono come vorrei». Mina Jack Tolu, transattivista maltese e esponente del Comitato dei Verdi Europei, lo spiega all’incontro promosso dalla capogruppo alla Camera di Alleanza Verdi e Sinistra, Luana Zanella, all’indomani della giornata mondiale contro l’omotransfobia. La risoluzione politica per l’autodeterminazione delle persone transgender, adottata dal partito Europeo nel 2020, vede divergenze all’interno dei singoli partiti nazionali, incluso quello italiano. «Per questo ho deciso di esserci – dice al manifesto -: è importante portare il punto di vista di una persona trans quando si parla anche dei nostri diritti».

Piccolotti (Avs)
«Nei confrondi del ’gender’ c’è una fobia ossessiva»
La definizione di identità di genere è sul banco degli imputati, seppur già presente nel diritto internazionale e persino in quello italiano, come nell’art. 1 dell’ordinamento penitenziario. «Nel 2018 l’Oms ha depatologizzato le persone transgender – continua Tolu – ma ancora adesso in alcuni paesi c’è chi pensa di conoscerci meglio di noi stessi». Dal 2015 Malta consente l’autodeterminazione di genere per il riconoscimento giuridico. In Italia, tra i paesi più arretrati nel panorama europeo per la protezione dei diritti Lgbt+, è necessario affrontare un iter lungo e macchinoso.

Secondo la politologa Francesca Izzo il rischio è che se il «genere femminile può essere assunto liberamente anche da un uomo, come se la donna non fosse altro che un costrutto sociale, l’inclusione conduca alla neutralizzazione». Il riconoscimento delle persone trans, ribatte Tolu, è piuttosto «l’affermazione delle infinite sfumature esistenti».

Il tema dell’identità di genere era stato già elemento di discordia nella discussione sul Ddl Zan il cui naufragio ha lasciato inattuata la tutela contro le discriminazioni omofobiche. Ma questa «fobia ossessiva per il ‘gender’ che attraversa la destra e alcuni elementi della sinistra – afferma la deputata di Avs Elisabetta Piccolotti – ostacola anche progetti come l’educazione sentimentale a scuola, la prevenzione sulla violenza di genere e le carriere alias. Non possiamo immaginare un vero cambiamento sociale senza che le diverse rivendicazioni si incontrino».