«L’idea di legare la suora fu sua». Con un attacco così, diretto e improvviso, chiunque di noi si aspetterebbe una storia concepita per diventare un film di Quentin Tarantino. E invece no. Paese infinito, il terzo romanzo della statunitense Patricia Engel, sceglie immediatamente di percorrere un’altra strada (Fazi, pp. 300, euro 18, 50, traduzione Enrica Budetta). Ciò non significa che la narrazione non presenti quel genere di colpi di scena che nel corso degli ultimi trent’anni abbiamo imparato ad associare al genere pulp – fughe e inseguimenti forsennati, attraversamenti di confini, esplosioni di violenza. Né che manchino personaggi-tipo – la...