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I primi passi del governo Petro verso la pace totale

I primi passi del governo Petro verso la pace totaleColpo d’occhio sul più grande concerto per la pace di sempre, tenutosi il 28 agosto a Bogotà, con un coro formato da 10mila bambini accompagnato dall’Orchestra sinfonica della capitale – Ap

Colombia Inizia la distensione con il Venezuela: con l’arrivo degli ambasciatori Félix Plasencia e Armando Benedetti rispettivamente a Bogotà e a Caracas, sono state formalmente ristabilite, domenica scorsa, le relazioni diplomatiche tra i due paesi, interrotte nel 2019

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 31 agosto 2022

Ci vorrà sicuramente molto tempo per realizzare quella «pace totale» indicata da Gustavo Petro come obiettivo centrale del suo governo, ma, nelle prime tre settimane del suo mandato, il presidente ha già mosso i primi passi in tale direzione.
Per facilitare la ripresa dei colloqui di pace con l’Esercito di liberazione nazionale (Eln), sospesi quattro anni fa da Iván Duque, Petro ha annunciato la sospensione dei mandati di cattura e degli ordini di estradizione nei confronti dei capi negoziatori del gruppo guerrigliero esiliati a Cuba, ordinando il 19 agosto di «ristabilire i protocolli» di sicurezza in modo che essi possano «riconnettersi con la loro organizzazione».

POCO PRIMA una delegazione governativa guidata dal ministro degli Esteri Álvaro Leyva si era recata a Cuba proprio per sostenere un incontro con i negoziatori dell’Eln al fine di stabilire i meccanismi per la riattivazione dei colloqui (respingendo nell’occasione l’inclusione dell’isola da parte degli Usa nell’elenco dei paesi che sostengono il terrorismo), mentre il 18 agosto l’organizzazione guerrigliera aveva liberato sei militari sequestrati nel dipartimento di Arauca.

Ma un’attenzione prioritaria è stata rivolta anche alle vittime della violenza. Il ministro della Difesa Iván Velásquez ha annunciato il 25 agosto la sospensione dei bombardamenti contro gli accampamenti dei gruppi armati in cui risiedono bambini, vittime di reclutamento forzato da parte delle organizzazioni illegali, e più in generale civili. Mentre, in risposta alla serie ininterrotta di massacri e di assassinii di leader sociali ed ex combattenti – domenica, nel dipartimento di Magdalena, sono stati uccisi anche due giornalisti, Dilia Contreras e Leiner Monter, per cause ancora da accertare – il governo ha messo a punto un ambizioso progetto in difesa dei diritti umani, attraverso la creazione di Posti di comando unificati per la vita (Pmu) nei municipi – ne sono stati identificati 65 – considerati più a rischio.
L’obiettivo è dare risposta a quella che è sempre stata la principale richiesta delle organizzazioni sociali e delle comunità vittime della violenza: assicurare la presenza dello stato, in funzione preventiva, nelle regioni più colpite dal conflitto armato, oltre l’abituale e fallimentare risposta militare contro i gruppi armati in lotta per il controllo territoriale.

IL PRIMO PMU è stato inaugurato il 20 agosto a Caldono, nel dipartimento del Cauca, una delle regioni con il più alto numero di assassinii nel paese, alla presenza di un nutrito gruppo di autorità: il ministro dell’Interno Alfonso Prada, la ministra del Lavoro Gloria Inés Ramírez, quella dell’Ambiente Susana Muhamad, il presidente del Senato Roy Barreras, il commissario per la pace Danilo Rueda e il capo della Missione di verifica dell’Onu in Colombia Carlos Ruiz Massieu. E il secondo Pmu è stato insediato il 27 agosto a Ituango, nell’altrettanto violento dipartimento di Antioquia, dove Petro si è riunito con la popolazione ribadendo il suo invito ai gruppi armati di tutto il paese a negoziare un cessate il fuoco multilaterale e ad aderire alla sua proposta di pace totale.
Grandi passi avanti sono stati compiuti anche sul versante dei rapporti con il Venezuela: con l’arrivo degli ambasciatori Félix Plasencia e Armando Benedetti rispettivamente a Bogotà e a Caracas, sono state formalmente ristabilite, domenica scorsa, le relazioni diplomatiche tra i due paesi, interrotte nel 2019 dopo il tentato “intervento umanitario” in Venezuela da parte degli Stati uniti con il sostegno del governo Duque.

MA GIÀ IN PRECEDENZA Petro e Maduro avevano discusso telefonicamente di temi di interesse comune, a cominciare dalla riapertura delle frontiere e dalla normalizzazione delle relazioni commerciali: una questione di importanza fondamentale per la sicurezza non solo della turbolenta zona di frontiera, dove gli scontri tra gruppi armati e forze militari non hanno fatto che intensificarsi, ma dell’intera regione latinoamericana.

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