Politica

I magistrati di Area contro l’esecutivo: «Insofferente alle istituzioni di garanzia»

I magistrati di Area contro l’esecutivo: «Insofferente alle istituzioni di garanzia»

Giustizia A Palermo il congresso della corrente delle toghe, la relazione di Albamonte. Oggi allo stesso tavolo Conte e Schlein: il campo largo alla prova della giustizia

Pubblicato circa un anno faEdizione del 30 settembre 2023

Si parla di «tirannia delle maggioranze» e di potere giudiziario come «presidio di garanzia delle minoranze» al congresso di Area democratica perla giustizia, che si è aperto ieri a Palermo – a palazzo Chiaramonte Stersi, curiosamente sede per quasi due secoli di una prigione dell’Inquisizione spagnola – e si chiuderà domani.

L’ha fatto il segretario Eugenio Albamonte nel suo discorso d’apertura, perfettamente in linea con il titolo del congresso: «Il ruolo della giurisdizione nell’epoca del maggioritarismo». In platea i magistrati della corrente, ma anche ospiti come il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli, che pure è intervenuto.

È ALBAMONTE però che, come in fondo era lecito aspettarsi, mena i fendenti più affilati. E l’obiettivo è per lo più il governo.
«Da un anno a questa parte, nel nostro paese, i segnali di insofferenza delle forze di governo verso le istituzioni di garanzia si susseguono in modo allarmante attraverso vere e proprie campagnedi delegittimazione». Qualche esempio si ritrova nelle polemiche che in effetti hanno investito, in fila, l’Anticorruzione, la Banca d’Italia, il procuratore nazionale antimafia, gli uffici di bilancio della Camera e del Senato.

Attacco anche alle riforme (in fase di costruzione o soltanto ventilate) del ministro Nordio: «Sotto l’ombrello della separazione delle carriere si nascondono norme insidiose per gli equilibri democratici. Un pm separato che non conduce più le indagini e non coordina la polizia giudiziaria, sarà strumento dell’iniziativa di quest’ultima, che, a sua volta, sarà alle dirette dipendenze del decisore politico».

PINELLI, nel suo saluto, ha ribadito la linea. «Da giurista ho sempre ritenuto fondamentali i principi di autonomia e indipendenza della magistratura – ha aperto -, irrinunciabili presidi di una giurisdizione dinanzi alla quale i cittadini devono potersi sentire uguali». E ancora: «L’autonomia e l’indipendenza di ogni magistrato riposa, innanzitutto, nella soggezione del magistrato alla legge ed è strumentale all’esercizio imparziale e responsabile della ».

STAMATTINA è previsto il momento clou del congresso: il maxi-tavolo che vedrà, tutti insieme, tra una buona dozzina di ospiti, il ministro della Giustizia Nordio, il leader del M5s Giuseppe Conte e la segretaria del Pd Elly Schlein.

A proposito di questi ultimi due, la giustizia è uno snodo fondamentale dell’ipotetico campo largo prossimo venturo. E se in parlamento Pd e M5s sin qui sono riusciti a marciare uniti opponendosi alle varie iniziative della destra (spesso spalleggiata da Iv e Azione), resta un’incognita di fondo sulla compatibilità culturale tra la concezione della giustizia che ha il partito di Conte e quella che ha il partito di Schlein.

Il dibattito di oggi sarà un primo stress test che aiuterà a capire l’aria che tira in questo senso.

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