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I giornalisti della Cnn in rivolta contro l’ex falco di Trump

I giornalisti della Cnn in rivolta  contro l’ex falco di Trump

Stati Uniti Corey Lewandowski, licenziato dal tycoon e assunto dalla rete televisiva

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 28 giugno 2016

«Farò tutto ciò che posso perché Trump venga eletto presidente» ha detto Corey Lewandowski in un’intervista con la giornalista Dana Bash della Cnn, in cui commentava il proprio licenziamento dal ruolo di campaign manager per l’aspirante candidato repubblicano alle elezioni presidenziali di novembre. Nel momento in cui Lewandowski pronunciava queste parole, sapeva già con ogni probabilità di avere a breve un incontro con gli executives della Cnn per un contratto di lavoro. Una fonte citata dal sito americano «Politico», il primo ad aver dato la notizia dell’ingresso di Lewandowski alla Cnn, dichiarava infatti di averlo visto quello stesso pomeriggio, dopo l’intervista, mentre si dirigeva all’appuntamento coi capi della rete televisiva.

La sua assunzione ha causato un profondo malumore tra i giornalisti della Cnn, che «sta fronteggiando una semi-rivolta» ha dichiarato a «Page Six» una persona interna alla redazione della tv americana: «Specialmente le giornaliste e i produttori stanno considerando di chiedere pubblicamente che Lewandowski venga allontanato».

A maggior ragione se si pensa che ci sono proprio due giornaliste della Cnn, S.E. Cupp e Mary Katharine Ham, tra le firmatarie di una lettera aperta a Donald Trump in cui già a marzo si chiedeva la rimozione di Lewandowski come manager della sua campagna elettorale. Il campaign manager del tycoon americano era stato infatti appena arrestato per aver strattonato la reporter Michelle Fields mentre cercava di fare una domanda a Trump nel corso di un evento in Florida.
Il caso non è poi stato perseguito dalla pubblica accusa, ma un video testimonia l’intemperanza di Lewandowski nei confronti di Fields. «La stampa ha un rapporto antagonistico ma anche civile nei confronti dei candidati alle elezioni – recita la lettera aperta delle giornaliste americane – perciò non è in nessun modo accettabile rispondere con la forza fisica».

E ora, a pochi mesi di distanza, il contestato capo della campagna elettorale del tycoon newyorchese si ritrova ad essere un collega proprio di coloro che avevano denunciato il suo comportamento.
L’assunzione da parte di una rete televisiva di un ex membro dello staff di un candidato non è di per sè pratica nuova: la Msnbc per esempio ha ingaggiato Rick Tyler – direttore della comunicazione per la campagna di Ted Cruz – dopo il suo licenziamento in seguito alla diffamazione via social network del rivale Marco Rubio, accusato ingiustamente di aver «insultato la Bibbia».

Inoltre, le reti televisive si trovano sempre più in difficoltà a trovare degli opinionisti che supportino «The Donald» nel dibattito pre-elettorale, essendo quasi tutti i tradizionali commentatori repubblicani strenuamente anti-Trump.
L’entrata dell’ex braccio destro dell’aspirante presidente in una delle più importanti reti televisive statunitensi è comunque una scelta quanto mai controversa, che porta in primo piano un uomo sprezzante nei confronti dei giornalisti e accusato da più parti di aizzare i peggiori istinti di Donald Trump, come nel caso del suo discorso pieno di odio nei confronti dei musulmani in seguito al massacro di Orlando.

Non a caso Lewandowski è stato fatto fuori dalla campagna elettorale del magnate proprio nel momento in cui, in vista delle vicine elezioni, si fa più forte la necessità di dare qualche brandello di «rispettabilità» alla figura del probabile candidato repubblicano.
Un licenziamento, quello del campaign manager, auspicato dai suoi stessi colleghi nello staff di Trump e perfino, a quanto pare, dalla figlia di quest’ultimo Ivanka.
A causa di un Non Disclosure Agreement – un accordo di riservatezza che tutto lo staff di Trump deve firmare e che proibisce di rivelare qualunque retroscena sulla campagna elettorale – la posizione di Lewandowski come opinionista politico, per quanto pro-Trump, sembra ancor meno comprensibile.

E il sito «Politico» getta anche delle ombre sul lungo rapporto che lega Trump al capo della Cnn Jeff Zucker, che si trovava al vertice del canale Nbc quando vi debuttò proprio il reality show del tycoon, The Apprentice, e che oggi mette sotto contratto esclusivo – alcuni parlano di cifre vicine ai 500.000 dollari – il suo ex «falco» più agguerrito.
La presenza di Lewandowski alla Cnn non è causa di rabbia solo per le donne della «newsroom»: anche i latinoamericani, anch’essi vittima della campagna razzista di Trump, e «in generale tutti quanti sono furibondi che il suo campaign manager si stato assunto a pagamento», ha comunicato una fonte interna alla rete a «Page Six». Nonostante tutto, Lewandowski ha iniziato la sua «collaborazione» .

A Dana Bash, che lo aveva intervistato dopo il suo licenziamento, aveva detto che si sarebbe speso in ogni modo possibile per la vittoria di Trump: «Poterlo fare dall’interno sarebbe un privilegio – ha aggiunto – ma partecipare dall’esterno sarà comunque un onore».

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