I dolori del giovane Kennedy
Non di solo Trump vivono gli Usa. I democratici candidati alle primarie 2024 sono solo tre, e uno è Robert jr. Che da campione dell’ambiente è ora un no vax militante con tentazioni di ultradestra
Non di solo Trump vivono gli Usa. I democratici candidati alle primarie 2024 sono solo tre, e uno è Robert jr. Che da campione dell’ambiente è ora un no vax militante con tentazioni di ultradestra
Nominalmente i candidati democratici alle primarie presidenziali americane sono tre, Joe Biden, Marianne Williamson, rappresentante della sinistra libertaria e anticapitalista e Robert F Kennedy Jr, figlio omonimo del senatore assassinato a Los Angeles proprio mentre concorreva anche lui per la nomination nelle primarie democratiche del 1968.
Allora la candidatura di Robert Kennedy Sr. rappresentò il culmine di un’evoluzione che aveva portato l’ex attorney general, da fedelissimo collaboratore del fratello presidente di cui aveva sostenuto le politiche anti-cubane (e perfino autorizzato intercettazioni su Martin Luther King) a militante di punta contro la guerra in Vietnam, paladino dei diritti civili e alleato di sindacalisti come César Chavez. Il figlio oggi ha compiuto un’involuzione politica inversa.
ANCHE NEL CONTESTO dell’attuale panorama populista e post ideologico, risalta come singolare la metamorfosi di Rfk Jr. da militante ambientalista a no vax, allineato con le fazioni complottiste più radicali. Uno di tre rampolli della celebre e perennemente funestata dinastia ad essere ufficialmente in politica (gli altri sono suo nipote Joe Kennedy III, attualmente inviato diplomatico in Irlanda del Nord e la cugina Caroline, figlia di John Kennedy, ambasciatrice in Australia) ), in famiglia è stato fra i più attivi per la protezione dell’ambiente.
Portatore della bara del padre a soli 14 anni, a 16 Robert Jr. sarà arrestato per possesso di marijuana. Completa gli studi in giurisprudenza all’università del Virginia. Segue le orme del padre anche nella nomina ad assistente procuratore (a Manhattan), ma nel 1983 dovrà dare le dimissioni quando fallisce l’esame dell’ordine forense. Lo stesso anno viene arrestato per detenzione di eroina.
DOPO UN PERIODO di riabilitazione, il giovane avvocato dal nome prestigioso viene assunto dal dipartimento legale di Riverkeeper, un’associazione dedicata alla protezione del Hudson River ed altri bacini acquiferi di New York. È l’inizio di un percorso pluridecennale che nel 1999 lo vedrà fondare un’altra associazione a difesa delle acque pubbliche, la Waterkeeper Alliance, attiva in 44 paesi in battaglie per la protezione di ecosistemi a rischio. Negli anni 90 è figura chiave nell’obbligare lo stato di New York e diverse società inquinanti a firmare un accordo di garanzia ecologica. New York Magazine lo acclama come “Il Kennedy che Conta”. È fra i primi sostenitori delle fonti alternative di energia, contro il nucleare e il fracking e paladino della giustizia ambientale, per i diritti di minoranze e comunità disagiate.
Nel 2005 inizia però una deriva inattesa quando comincia sempre più spesso ad esprimersi pubblicamente contro i vaccini, responsabili secondo la dietrologia che andava allora prendendo sempre più piede, di una “epidemia” di diagnosi di autismo nei bambini. La tesi viene respinta dalla comunità scientifica. Kennedy, tuttavia, si sbilancia sempre di più nella sua crociata che alimenta l’ansia fra genitori.
QUANDO IL COVID fornisce ulteriore fertile terreno al negazionismo anti-scientifico, Kennedy ha già alle spalle anni di attività contro le immunizzazioni. Rfk junior diventa figura di spicco nella denuncia del “great reset”, il complotto dello stato profondo – che userebbe il virus come strumento di controllo sociale.
L’anno scorso è stato costretto a scusarsi dopo aver dichiarato che il «fascismo» dei vaccini è peggiore di quello di Hitler, «dato che negli anni 30 almeno era possibile scappare in Svizzera o nascondersi in soffitta come Anna Frank». Solo il mese scorso però ha suscitato polemiche un’altra sua dichiarazione secondo cui il virus del Covid sarebbe stato «progettato» in modo da risparmiare le etnie «cinesi ed ebrei askenazi».
NEL 2020 RFK JR. fa un discorso ad una manifestazione anti vax a Berlino che voleva evocare quello famoso («Ich bin ein Berliner») di suo zio presidente. Il nipote, invece, ha denunciato la «dittatura sanitaria» imposta secondo lui dal governo Merkel. All’epoca fu duramente criticata la scelta di apparire sul palco con esponenti dell’estrema destra tedesca. Kennedy ha negato (perfino querelato il Daily Kos, online community progressista, che aveva riportato il fatto), ma successivamente ha partecipato a manifestazioni simili, assieme a personalità dell’estrema destra complottista negli Stati uniti, compresi il generale Michel Flynn e Roger Stone, vicini ad ambienti Maga e QAnon.
Le frequentazioni non sono sorprendenti dato che i complotti avanzati da Rfk sono identici a quelli del negazionismo reazionario, e di fatto raccolgono ampi consensi proprio negli ambienti legati principalmente al partito repubblicano. Lo scorso maggio, Kennedy si è recato sulla frontiera fra Messico e Arizona, denunciando in una serie di video «l’invasione» degli immigranti e proponendo di sigillare il confine. Recentemente ha lodato Israele per essere «l’unico stato in Medio oriente a limitare gli attacchi a obbiettivi militari».
Non sorprende dunque che a luglio sia stato invitato a diffondere le proprie tesi dalla commissione parlamentare d’inchiesta istituita dal Gop per condurre un’inchiesta farsa sulla militarizzazione (“weaponization”) del governo, con lo scopo di “fare luce” sulla vasta congiura ordita “dall’estrema sinistra per censurare le idee di destra”.
Meno chiaro è cosa lo abbia indotto a presentarsi candidato per un partito cui è quasi universalmente inviso (i sondaggi più favorevoli gli assegnano un sostegno attorno al 20%). Contro di lui si sono pronunciati anche diversi membri dello stesso clan Kennedy, compresa la sorella che lo ha pubblicamente sconfessato. Posto che le sue probabilità di successo stanno a zero, è difficile prevedere l’effetto che potrebbe avere sulla stagione presidenziale in genere, con tutte le variabili del caso.
NEL FRATTEMPO, i sentimenti di molti americani possono riassumersi nelle parole pronunciate durante l’udienza parlamentare dal parlamentare democratico Gerry Connolly: «È triste per chi come me è cresciuto politicamente nella ammirazione di suo padre, constatare come lei si presti oggi ad un’operazione che reca vergogna al nome della sua famiglia».
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