I cattolici estremisti fermano il live del cantante queer Hassani a Metz
Musica Dopo le minacce del collettivo Aurora Lorraine, gli organizzatori hanno deciso di annullare l'evento
Musica Dopo le minacce del collettivo Aurora Lorraine, gli organizzatori hanno deciso di annullare l'evento
Ancora una volta un gruppo di estremisti cattolici fa saltare un concerto in Francia. Dopo il caso di Anna von Hausswolff del dicembre 2021, questa volta è stato il caso del cantante pop Bilal Hassani. Se allora al centro della «protesta» c’erano i presunti contenuti «satanisti» dei testi di Hausswolff, stavolta ad essere contestata è invece l’identità sessuale di Hassani, cantante francese di origine marocchine che si definisce queer, si veste spesso con abiti femminili e usa i pronomi di entrambi i sessi.
Hassani si sarebbe dovuto esibire ieri nella chiesa sconsacrata di Saint-Pierre-aux-Nonnains a Metz. Ma un collettivo cattolico di nome «Aurora Lorraine», che si definisce «al centro di una lotta di civiltà, cultura e società», in un video postato su Instagram sostiene che l’ex chiesa sarebbe stata «orribilmente profanata da uno “spettacolo” del cantante transessuale Bilal Hassani». Prosegue il collettivo, «Hassani non ha posto in questo posto, si è paragonato a Dio più volte come sulla copertina della rivista Têtu nel 2021». E anche se la chiesa è sconsacrata, «è un patrimonio che dobbiamo difendere. Rimane una chiesa nonostante tutto, la più antica di Francia, simbolo forte della città di Metz. L’edificio è stato trasformato in una sala da concerto, ma a condizione che rispettiamo questo luogo e offriamo spettacoli musicali degni. Non chiediamo di boicottare Hassani in quanto persona, anche se lontana dai nostri valori, non vogliamo però che suoni in questo posto».
LE MINACCE hanno spaventato l’organizzatore dell’evento, Live Nation, che ha deciso di annullarlo commentando così a Libération: «Non possiamo lasciare che un incontro che doveva essere un momento di gioia, condivisione e celebrazione, diventi un luogo di tensione e malevolenza. Non è pensabile che il pubblico corra un rischio, anche piccolo».
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