Hillary Clinton, slavina di appeal a vantaggio di Bernie Sanders
Primarie Usa Il candidato "socialista" dei dem è primo nel poll dello Stato chiave dello Iowa
Primarie Usa Il candidato "socialista" dei dem è primo nel poll dello Stato chiave dello Iowa
L’ultimo sondaggio, diffuso ieri dall’Università di Quinnipiac, ha provocato il panico nello staff della campagna per le primarie di Hillary Clinton, dicono i blog politici statunitensi. Per la prima volta il candidato Bernie Sanders, il «socialista» del Vermont, è in testa tra nelle indicazioni di voto del caucus dello Iowa. In realtà la differenza tra i due è minima (41% per Sanders e 40% per Clinton), inferiore al margine d’errore, stimato al 3%, ma il sorpasso è significativo.
Hillary Clinton continua, inesorabilmente a perdere terreno. Una slavina se si considera che all’inizio di luglio, sempre nel campione di intervistati dalla Quinnipiac, il vantaggio dell’ex Segretaria di Stato era di 19 punti. Mentre “Hillary” cala nel gradimento, “Bernie” si va rafforzando un po’ dappertutto, anche nel New Hampshire dove Sanders, in un poll realizzato la settimana scorsa per la catena televisiva Nbc è distante dalla candidata, lì ancora prima, di soli 7 punti.
Sanders sembra ormai accreditarsi come lo sfidante, un incubo per l’establishment democratico, con il suo programma di rottura, che il Wall Street Journal bolla apertamente di «populismo». Anche perchè il caucus dell’Iowa è il test chiave, il primo che arriverà al voto nel febbraio prossimo e quello che ha segnato il destino della candidatura Clinton, sconfitta, già nella campagna del 2008.
Certo, l’ex sfidante di Barack Obama è ancora la più quotata a competere con quello che sarà lo sfidante repubblica per la successione del primo presidente nero degli Stati Uniti e resta campionessa nella raccolta fondi. Ma la popolarità di Sanders cresce in modo speculare alla sua debolezza. Tanto che per il New York Times, tradizionalmente legato alla coppia Clinton, i democratici devono cominciare a pensare a «un piano B». Ovvero un cambio di cavallo in corsa. E non si va tanto lontano nella scelta del fantino. I nomi che girano sono tutte le vecchie glorie del partito, una stenderia di vice presidenti, visto che l’unica candidatura che veramente potrebbe spodestare la Clinton, tra l’altro una donna anche lei, è Elizabeth Warren. Ma la popolare economista, senatrice del Massachusetts ha smentito più volte, categoricamente, di volersi spendere nella gara delle primarie e inoltre, particolare non di poco conto, le sue posizioni assomigliano molto di più a quelle di Sanders rispetto a quelle, assai più moderate, della Clinton.
Il più quotato a soccorrere il partito dall’ascesa del «socialista» spuntato dal nulla sarebbe John Kerry ma per il momento sembra concentrato a seguire lo strategico negoziato nucleare con l’Iran e su questo potrebbe essere interessato invece a spendere il suo nome per candidarsi al Nobel per la Pace. Joe Biden, sponsorizzato dallo stesso Obama, il cui gradimento viene sondato ma è sempre terzo, non ha ancora sciolto la riserva. Resta quindi l’ambientalista Al Gore. Si tratta in ogni caso di una panchina di vecchie glorie, tanto che su Twitter sta spopolando l’ashtag Dukakis2016, che fa riferimento al candidato del 1988. Tra l’altro, fanno notare gli analisti del Nyt, non è affatto detto che questi nomi vintage siano in grado di intercettare il voto delle donne, degli afro-americani e degli ispanici, che poi faranno il destino dell’elezione dell’anno prossimo.
Grava sul personaggio Hillary lo scandalo del suo uso esclusivo della mail privata quando era Segretaria di Stato. Tra gli elettori dello Iowa l’89% reputa Sanders onesto e affidabile, solo il 64% per la Clinton e il 91% per Biden.
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