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Guerra senza fine: Mosca mobilita altre reclute, Kiev fabbrica droni

Guerra senza fine: Mosca mobilita altre reclute, Kiev fabbrica droniSoldati ucraini fuori da Zaporizhzhia – Ap/Efrem Lukatsky

Guerra ucraina La controffensiva langue, la violenza no. La Duma autorizza la creazione di compagnie paramilitari. Dagli Usa altri 400 milioni all’Ucraina

Pubblicato circa un anno faEdizione del 27 luglio 2023

La fine della guerra in Ucraina si allontana. Almeno a giudicare dalle ultime mosse dei due belligeranti sia sul campo sia sul fronte interno. La controffensiva langue, nonostante gli annunci continui di conquiste territoriali da parte di Kiev e l’artiglieria russa che continua a bombardare senza sosta le grandi città ucraine. Intanto, entrambi gli schieramenti continuano a preoccuparsi di rifornire i depositi militari e aumentare il numero dei riservisti pronti all’occorrenza.

IN RUSSIA, ad esempio, il limite d’età per la coscrizione obbligatoria è stato alzato da 27 a 30 anni. Un incremento tutt’altro che marginale se si considera la vastità del territorio della Federazione. Secondo il New York Times, tuttavia, il presidente Putin non avrebbe intenzione di utilizzare i nuovi mobilitati nelle aree di combattimento attivo ma di dislocarli nelle aree del territorio russo più a rischio.

Fortemente critico il sito indipendente Meduza, che ha subito commentato la notizia: «Un modo per protrarre la guerra ulteriormente». Diversi analisti militari hanno fatto presente che alcuni dei reparti che attualmente svolgono funzioni di pattugliamento lungo la «frontiera calda» di Belgorod sono composti principalmente da reclute. Ragazzi che nel migliore dei casi hanno qualche mese di addestramento alle spalle.

Il rischio che i nuovi coscritti vadano a prendere il posto proprio di questi ragazzi è molto alto. In tal modo si creerebbe una sorta di effetto domino reiterabile ad libitum. «Stiamo per mobilitare una nuova fascia di popolazione, ma non preoccupatevi, non la invieremo al fronte», potrebbe dire in ogni occasione il ministero della Difesa, salvo poi chiamare una nuova piccola mobilitazione e inviare le reclute precedenti sul fronte ucraino.

Inoltre, i deputati della Duma (la camera bassa russa) hanno approvato in prima istanza un disegno di legge che in caso di mobilitazione generale, guerra o applicazione della legge marziale, autorizza i governatori regionali a creare compagnie di paramilitari previa approvazione presidenziale.

IL TESTO PREVEDE anche che tali formazioni armate potranno essere finanziate con fondi pubblici del bilancio regionale o nazionale. Non si dimentichi la stretta che il Cremlino ha recentemente imposto alle compagnie di mercenari, obbligate anch’esse a sottostare al controllo della Difesa e la conseguente rivolta della Wagner. Se il senato approverà definitivamente il provvedimento, i paramilitari potranno ricevere armi leggere e munizioni, così come droni aerei e navali e mezzi corazzati.

Dall’altro lato l’Ucraina ha fatto sapere, tramite il primo ministro Denys Shmyhal, di aver stanziato 40 miliardi di grivne (quasi un miliardo di euro) per la produzione di droni aerei. Shmyhal ha ricordato che nell’ultimo anno l’industria bellica ucraina del settore aeronautico è cresciuta esponenzialmente: «All’epoca ce n’erano meno di una decina. Oggi sono più di 40 le aziende che hanno siglato contratti con il governo e la produzione di droni è decuplicata».

Ma Kiev deve la maggior parte delle proprie forniture militari agli alleati occidentali e in particolare agli Usa. La Casa bianca si dimostra imperturbabile nel suo sostegno al governo di Zelensky e infatti ieri è stato annunciato un ulteriore pacchetto di 400 milioni di dollari che include droni di sorveglianza Black Hornet, munizioni per i sistemi di contraerea Patriot e Stinger e missili terra-aria Nasams e d’artiglieria (Himars).

Inoltre, gli alleati dell’Ucraina si sono impegnati a stanziare ulteriori 244 milioni di dollari per l’acquisto di attrezzature speciali per lo sminamento, ha rivelato la vicepremier ucraina Yulia Svyrydenko. Tuttavia, un’importante battuta d’arresto arriva sugli F-16. La fornitura dei caccia, data per certa da giugno (tanto da aver spinto alcuni stati a iniziare l’organizzazione dell’addestramento dei piloti ucraini), potrebbe slittare alla primavera dell’anno prossimo.

Lo scrive la rivista Politico, che cita fonti statunitensi e aggiunge: «Danimarca e Paesi Bassi guidano una coalizione di undici nazioni per sostenere l’addestramento, ma finora nessun Paese ha pubblicamente impegnato aerei nel programma».

MA A OCCUPARE i titoli dei notiziari ucraini ieri non è stata solo la guerra, nonostante gli attacchi russi su Dnipro, Kharkiv e Sumy e l’annuncio di una «importante controffensiva» a Zaporizhzhia. Yuri Arestov, un deputato dello stesso partito del presidente Zelensky (Servitori del popolo) è al centro di uno scandalo per essersi recato in vacanza alle Maldive a metà luglio. «Si tratta di tradimento», ha tuonato il capo annunciando che «nessuno perdonerà parlamentari, giudici, commissari militari o qualsiasi altro funzionario per essersi messi contro lo Stato».

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