Golar Tundra, c’è l’ok finale. E si apre la partita delle “compensazioni”
Rigassificatori Il governatore toscano Giani autorizza Snam ad installare la grande nave rigassificatrice nel porto di Piombino per tre anni. Il sindaco Ferrari ricorre al Tar. Regione e parlamentari dem chiedono al governo 870 milioni per sicurezza portuale, bonifiche industriali, infrastrutture e parchi, e la riduzione del 50% delle bollette di luce e gas.
Rigassificatori Il governatore toscano Giani autorizza Snam ad installare la grande nave rigassificatrice nel porto di Piombino per tre anni. Il sindaco Ferrari ricorre al Tar. Regione e parlamentari dem chiedono al governo 870 milioni per sicurezza portuale, bonifiche industriali, infrastrutture e parchi, e la riduzione del 50% delle bollette di luce e gas.
“Ho portato a termine il compito che mi aveva dato il governo”. Dopo la firma che autorizza Snam ad installare la grande nave rigassificatrice Golar Tundra nel porto di Piombino per tre anni, il primo commento di Eugenio Giani è stato anche una implicita risposta al sindaco Francesco Ferrari, che impugnerà il documento davanti ai giudici amministrativi. Per certo, di fronte alla “sicurezza nazionale”, ricordata a più riprese da Mario Draghi e dall’ex ministro e oggi consulente del ministero Roberto Cingolani, non sarà facile per Ferrari uscire vittorioso dalle aule del Tar e del Consiglio di Stato, nonostante le buone ragioni relative alla sicurezza e l’assenza di una Valutazione di impatto ambientale, cancellata con un tratto di penna dal vecchio governo nel nome della cosiddetta “emergenza gas”.
Ben più intrigante, e molto politica, sarà invece la partita delle “compensazioni” per Piombino e l’intera Val di Cornia. Recuperando dagli archivi della Regione Toscana la dozzina di accordi di programma – sempre disattesi – per l’area di crisi industriale complessa, insieme all’autorizzazione Giani ha inviato al nuovo governo Meloni anche il “memorandum Piombino”: “Una intesa sulle opere compensative al rigassificatore – spiega la Regione – già definita con i ministri del precedente esecutivo Draghi, e presupposto alla realizzazione dell’opera”.
La fattura inviata a Palazzo Chigi è salata: circa 870 milioni di euro. Uno stanziamento da inserire in un nuovo accordo di programma fra Stato ed enti locali, per lavori che riguarderanno la messa in sicurezza del porto; la gigantesca bonifica delle aree industriali inquinate dalla secolare produzione di acciaio; lo sviluppo di impianti di fonti rinnovabili; l’ammodernamento delle infrastrutture viarie, con il completamento fino al porto della statale 398 che collega i comuni della Val di Cornia; la valorizzazione delle pregevoli aree archeologiche del comprensorio all’interno del sistema dei Parchi, e la realizzazione di un gasdotto per metanizzare l’Isola d’Elba.
In aggiunta, e qui le discussioni saranno se possibile ancora più accese, visto che sarebbe un unicum nel rapporto fra i rigassificatori già esistenti e i territori che li ospitano, c’è la richiesta per imprese e cittadini piombinesi di un riduzione del 50% dei costi energetici, cioè delle bollette di gas e luce. Inoltre l’intero pacchetto diventerà anche una proposta di legge già annunciata dal Pd toscano, sottoscritta dai parlamentari dem eletti nella regione.
Va da sé che il sindaco Ferrari, alla guida di una giunta molto civica ma esponente di Fratelli d’Italia, minimizza la portata del memorandum: “E’ un documento che sembra più un tentativo di lavarsi la coscienza che uno strumento concreto, una lista di richieste vuota e lontana dalle reali esigenze di Piombino”. Da parte loro i sindacati metalmeccanici locali, ieri in presidio sotto la Regione, hanno chiesto a Giani garanzie sulla operatività dei traffici portuali, in particolare quelli siderurgici, in concomitanza dell’operatività del rigassificatore. Sarà così creato “un organismo provvisorio con le parti sociali e parte dei soggetti del comitato tecnico regionale, con l’obiettivo di elaborare piani di coordinamento fra operatori portuali e stazione rigassificatrice”. La Golar Tundra, lunga 300 metri e larga 40, che sarà piazzata dove sarebbe dovuta essere smantellata la Costa Concordia, e che nei piani di Snam sarà in funzione a partire da aprile, ultimati i lavori di collegamento al gasdotto nazionale nella zona di Riotorto, a circa 10 chilometri dal porto.
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