A un anno dall’aggressione russa all’Ucraina, i capi di stato e di governo del G7 (Usa, Francia, Germania, Italia, Gran Bretagna, Canada, Giappone) si sono riuniti ieri pomeriggio in video-conferenza, mentre a New York il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, all’indomani del voto che ha confermato con 141 a favore (7 contrari, 32 astenuti) la richiesta mondiale per una cessazione delle ostilità e il ritiro immediato della Russia, ha di nuovo lanciato un appello alla “pace giusta e durevole”. Guterres ha denunciato «l’inferno» che vivono gli ucraini, le «sofferenze indicibili», comprese violenze sessuali e desaparecidos, e che 17,5 milioni di persone – il 40% della popolazione – «ha bisogno di assistenza umanitaria».

“IN COORDINAMENTO con il G7”, gli Usa hanno approvato ieri una nuova serie di sanzioni, che allunga di 200 nomi una lista già lunga di persone e società russe o considerate fiancheggiatrici , anche in paesi terzi – nel mirino i businessmen italo-svizzeri (basati a Malta) Walter Moretti e Frederic Pierre Villa, nel mirino società in Germania, Malta, Bulgaria e Svizzera – oltre a controlli all’export di tecnologia, chimica, minerali che colpiscono una novantina di società russe e 12 istituzioni finanziarie. La Russia è stata esclusadal Gafi, il gruppo di azione finanziaria anti-riciclaggio a favore del terrorismo, come aveva chiesto Kyiv.

Mentre la Ue ha difficoltà a varare il decimo pacchetto di sanzioni. Dal testo europeo sono stati esclusi i diamanti russi, citati invece dal comunicato del G7, e il nucleare civile (Belgio e Ungheria contrari), la mappatura dei beni delle famiglie degli oligarchi possedute nella Ue, escluse anche le sanzioni a entità terze (non russe) che contribuiscono ad “aggirare” le decisioni Ue, perché contemplate nel Forum di coordinazione delle sanzioni e nel G7: nel testo sono citate tre banche, con averi congelati, ma fino all’ultimo c’è ancora il blocco della Polonia, che considera il decimo pacchetto «troppo debole», vuole «di più, più persone, più società» e insiste sullo stop globale alla gomma sintetica russa (mentre la Commissione è per un compromesso). Sul fronte opposto, ieri Viktor Orban, che è soprattutto interessato a evitare conseguenze economiche all’Ungheria, ha lanciato un appello a mettere fine alla «guerra indiretta» della Ue contro la Russia.

IL G7 VUOLE colpire i redditi energetici russi e minaccia «costi severi» anche per i paesi terzi che aggirano le sanzioni. IL G7 si impegna per gli aiuti umanitari e per la ricostruzione, a cui dovrà contribuire la Russia. E denuncia «la strumentalizzazione» russa sull’export di cereali, con conseguenze in tutto il mondo.

Intanto, fa passi avanti il sostegno militare: gli Usa mettono ancora 2 miliardi (siamo a 32 miliardi di dollari in armi) per munizioni e droni, tutti da produrre (quindi ci vorrà tempo per le consegne), ma non fanno cenno né a caccia né a missili di lunga gittata. La Polonia «tra qualche giorno» farà arrivare all’Ucraina 60 «nostri ottimi carri PT-91» ha detto il primo ministro Mateusz Morawiecki, che era a Kyiv, oltre ai quattro Leopard già promessi.

VARSAVIA È PRONTA ad addestrare piloti ucraini sugli F-16. La Svezia si è impegnata per 10 Leopard più sistemi anti-aerei Iris-T e Hawk. La Danimarca non esclude di fornire dei caccia, ma se anche altri lo faranno, «è qualcosa che deve essere ben preparato» ha detto il ministro della Difesa. La Germania aggiunge altri 4 Leopard, portando a 18 l’impegno. La Gran Bretagna propone di fornire jet ai paesi dell’Est che danno vecchi caccia sovietici all’Ucraina. Usa e Polonia pensano a una collaborazione per produrre munizioni direttamente in Ucraina.

ALL’INIZIO del secondo anno di guerra, molti messaggi a Kyiv. «La Francia è al vostro fianco» ha affermato Macron, puntando «alla solidarietà, alla vittoria, alla pace», per Olaf Scholz «Putin non raggiungerà i suoi obiettivi imperialisti, prima lo capisce più grandi saranno le possibilità di una fine prossima della guerra». Per la presidente della Commissione Ursula von der Leyen «un anno di aggressione russa brutale, un anno di resistenza ucraina eroica, un anno di solidarietà europea e di fronte a noi un avvenire di unità», per il presidente del Consiglio Ue Charles Michel, è «un anniversario buio per l’Ucraina, per l’Europa, per il mondo».