Purtroppo di Nadia Nicoletti ce n’è una sola e di figure animatrici e carismatiche, capaci di coinvolgere scolaresche intere e di orientarle permanentemente verso la bellezza del fare l’orto, avremmo davvero bisogno. E’ l’animatrice, fin dalla sua ideazione, assieme alla cara Pia Pera, del blog Orti di pace, ha scritto, per Salani, L’insalata era nell’orto ed ha tenuto nella sua scuola (Nadia è una maestra elementare, adesso in pensione) a Vigolo Vattaro, in Trentino, un orto didattico.

Il sodalizio con la scrittrice, e giardiniera, Pia Pera, ha prodotto molti germogli, la rubrica su Gardenia, Orti di Pace, per esempio, prosegue e Nadia riceve molti inviti a tenere laboratori in occasione di fiere ed esposizioni fioristiche di prestigio. Per fortuna, esperienze virtuose di orti didattici di successo, nel nostro paese, non mancano. Raccontata, a suo tempo, anche dalla Rai, proprio accanto al sito archeologico di Aquileia, in Friuli, in un’area magica di suo – per la Basilica Patriarcale, i resti del porto fluviale, per i mosaici della Domus romana e del palazzo arcivescovile – questa dell’orto La Grande Madre curato da Cristina Boccanegra ed Elena Gandolfo è un’altra storia virtuosa. Sono decenni che una porticina colorata, celata abilmente, proprio sul viale assai frequentato dai visitatori dell’area archeologica, indica una casetta degli gnomi invitando i bambini a prendere quello che è deposto sul davanzale della finestrella, apribile, ed a lasciare, in cambio, qualcosa. E si tratta di castagne o nocciole, e, racconta Cristina, a seconda della stagione possono essere piccole mele o pomodori; i bambini lasciano per gli gnomi, caramelle, o cioccolatini. E’ un modo molto carino ed intelligente di attrarre verso le cose della Terra. La Grande Madre è un orto sinergico e conservativo, le sementi provengono dal circuito dei salvatori di semi, Boccanegra è stata a lungo segretaria di Civiltà Contadina, associazione decana dei seedsaver italiani. Vi si tengono corsi per adulti e bambini.

Parlando di persone che hanno ragionato su come si possa avvicinare in maniera creativa, allegra e fiduciosa i bambini all’orto, bisogna citare i fratelli Zavalloni. Il compianto e amatissimo dirigente scolastico Gianfranco di Sorrivoli (nel cesenatese), esperienza che Daniele prosegue.

Aveva creato la rivista Paesaggi Educativi e aveva trovato il modo di avvicinare i bambini agli orti, non solamente con una didattica della terra intesa come coltivazione ma abbinandola ad altre abilità, il disegno, i giochi tradizionali, la realizzazione di burattini. A Cesena, non si tralasciava niente: un lungo aculeo di un istrice poteva diventare una penna per scrivere. Tutte queste esperienze, tutte queste realtà, tra loro connesse, la Rete Degli Orti di Pace ideata dai fratelli Zavalloni e da Pia Pera, proseguono. E’ possibile reperire documentazione e ricco materiale bibliografico. Gli insegnanti che si dedicano già ad un orto didattico, o che vorrebbero allestirne uno, possono cercare in rete e troveranno certamente idee ed ispirazione. Naturalmente, saranno loro, le situazioni locali e le culture del territorio a dare l’impronta peculiare che un vero orto deve avere, per fortuna, in Italia esiste una ricchezza di diversità di climi e di varietà tradizionali ai quali avvicinare i bambini, che sono fonte di altra fantasia e bellezza.