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Gli eventi estremi e l’immobilismo del governo

Gli eventi estremi e l’immobilismo del governoAlluvione in Emilia Romagna

Wwf La scorsa settimana, mentre l’Europa centrale era funestata da precipitazioni e alluvioni, la valle di Kathmandu in Nepal è stata teatro di inondazioni devastanti a causa di piogge eccezionali che hanno causato più di 200 morti

Pubblicato 27 giorni faEdizione del 10 ottobre 2024

Ben 1.899 gli eventi estremi che hanno colpito l’Italia dall’inizio dell’anno alla metà di settembre: secondo l’Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche molti eventi si sono concentrati nella prima metà di settembre, con l’Emilia-Romagna particolarmente colpita con tre alluvioni disastrose in un anno e mezzo. L’incremento, peraltro, è globale.

La scorsa settimana, mentre l’Europa centrale era funestata da precipitazioni e alluvioni, la valle di Kathmandu in Nepal è stata teatro di inondazioni devastanti a causa di piogge eccezionali che hanno causato più di 200 morti. L’uragano Helene a fine settembre ha devastato il sudest degli Usa provocando più di 200 morti e molti dispersi, preceduto dal ciclone Boris che ha creato enormi problemi nel centro Europa e nel nord Italia (più di 20 vittime).

Nel frattempo, si susseguono gli allarmi: da ultimo il Servizio sui cambiamenti climatici Copernicus secondo cui settembre 2024 è stato il secondo settembre più caldo a livello globale, con una temperatura media dell’aria in superficie ERA5 di 0,73 C in più rispetto alla media di settembre del periodo 1991-2020 (1,54 C superiore al livello preindustriale).

«È un fatto assodato che le emissioni di gas serra indotte dall’uomo hanno portato a un aumento della frequenza e/o dell’intensità di alcuni fenomeni meteorologici e climatici estremi rispetto all’epoca preindustriale», ha sottolineato il Sesto Rapporto di Valutazione del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) del 2021, rafforzando l’evidenza dei cambiamenti osservati negli eventi estremi e la loro attribuzione all’influenza umana, in particolare per quanto riguarda le precipitazioni estreme, la siccità e i cicloni tropicali. E l’IPCC prevede che con l’incremento della temperatura media globale, aumenterà in modo esponenziale il rischio degli eventi estremi una volta rari: «Alcuni eventi poco probabili nei climi passati e attuali diventeranno più frequenti e vi è una maggiore possibilità che si verifichino eventi imprevedibili storicamente senza precedenti».

Di fronte a tutto questo, l’Italia dovrebbe accelerare la transizione verso un’energia e un’economia decarbonizzate, lavorando su misure di adattamento per adeguare il territorio e l’economia alla nuova realtà e all’enorme aumento dei rischi.

E invece? Il nostro Piano Nazionale Integrato Clima ed Energia (PNIEC) non persegue seriamente l’abbattimento delle emissioni climalteranti. Il Piano Nazionale di Adattamento al Cambiamento Climatico (PNACC), approvato a fine 2023, è stato messo in un cassetto e non se ne parla più. Governo e Confindustria pontificano di tutt’altro e sprecano soldi per opere inutili come il Ponte sullo Stretto di Messina o il fantomatico ritorno al nucleare. Nel frattempo, si moltiplicano le iniziative per moratorie sugli impianti energetici da fonti rinnovabili. Tutti contenti in attesa della futura alluvione, frana o inondazione: l’importante è che nel frattempo, come ci ricorda il ministro della protezione civile, paghiamo la rata della nuova polizza assicurativa sulle prossime catastrofi.

* Responsabile Affari Legali e Istituzionali Wwf Italia

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