Gli auguri della Taz
#ilmanifesto50 Per noi il manifesto è la più grande scuola di giornalismo
#ilmanifesto50 Per noi il manifesto è la più grande scuola di giornalismo
Care compagne e compagni del manifesto, quando il 28 aprile 1971 avete lanciato il vostro giornale nessuno tra gli addetti all’informazione avrebbe mai immaginato che sarebbe esistito dopo cinquant’anni. Lo avete voluto di estrema sinistra, «quotidiano comunista» come è ancora scritto sotto la testata, per riempire il vuoto di notizie critiche (cioè di controinformazione) senza controllo degli editori o dei partiti.
Prima della nascita della Taz come «quotidiano radicalmente di sinistra», nell’aprile del 1979, non a caso i fondatori inviarono a Roma un collega per capire come si potesse fare un giornale senza il finanziamento di un editore e senza le entrate pubblicitarie delle grandi aziende.
Molti quotidiani sostengono di essere indipendenti, ma il manifesto e la Taz appartengono al gruppo dei pochissimi che hanno affermato questo principio fin dalla loro costituzione.
Certo, tutto ciò ha comportato un prezzo: più volte ci si è dovuti appellare alle «campagne di salvataggio», abbiamo chiesto ai lettori di mettere sul tavolo anche 20 euro per una singola copia; ma nel conto vanno messi anche gli stipendi bassi dei cronisti, che hanno spinto molti colleghi, negli anni, a passare a altri quotidiani.
Da noi si dice che la Taz è «la più grande scuola di giornalismo della Germania» e lo stesso vale per il manifesto in Italia. Per molti, il motivo per cui sono rimasti e rimangono a bordo è semplicemente perché apprezzano che la frase «nessuna censura» sia, nelle nostre redazioni, una realtà.
Al manifesto continuate a permettervi di scrivere cose che nessun altro si sognerebbe di dire, a partire dalla prima pagina, che un po’ abbiamo ripreso da voi. E qualche volta, la notizia del giorno si è trasformata in un … doppio colpo. Per esempio, quando per l’elezione a papa di Joseph Ratzinger, la Taz uscì con una pagina annerita e il titolo «Oh mio Dio!», mentre il manifesto aprì con il gioco di parole «Il Pastore Tedesco».
Per tutti questi motivi, ad multos annos, tanti auguri per il tuo compleanno, manifesto! E in bocca al lupo!
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