Politica

Giovanni Caudo: «La mia vittoria per un Pd che allarga lo sguardo»

Roma Primarie nel III Municipio: l’outsider ex assessore della giunta Marino vince sulla prescelta del Pd

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 1 maggio 2018

«La prima cosa da dire è che il presidente del municipio non ha poteri. Se non quello, grande, di rappresentare tutta la sua comunità. E questo mi piace, della politica. Perciò il messaggio che voglio mandare nel breve tempo che ho a disposizione per la campagna elettorale è che non prometto nulla se non di rappresentare tutti gli abitanti del III Municipio e le loro istanze. Mettendo a disposizione la mia competenza amministrativa affinché l’esercizio della rappresentanza produca effetti concreti. Insieme, quando ci saranno intoppi, cercheremo di risolvere i problemi». Giovanni Caudo, docente all’università Roma Tre ed ex assessore all’Urbanistica della giunta Marino, è il candidato civico che alle primarie di coalizione di sabato scorso ha incassato circa 1500 preferenze, superando di 600 voti la prescelta del Pd Paola Ilari. E si avvia ora a correre per il centrosinistra nel tentativo di sconfiggere, alle elezioni suppletive del 10 giugno prossimo, la minisindaca uscente a 5Stelle Roberta Capoccioni che, seppur sfiduciata appena due mesi fa, gode tuttora del pieno appoggio della sindaca Raggi.

Un successo costruito in sole due settimane. Come?
Il pochissimo tempo si è trasformato in un punto di forza: molte persone si sono attivate non contro il Pd ma attorno al progetto di costruire una coalizione di centrosinistra ampia, inclusiva, coesa. Quando parlavo con le persone e per semplicità citavo l’Ulivo tutti capivano subito e si sentivano coinvolti. La mobilitazione c’è se la politica è stimolo su valori condivisi, non appartenenza leaderistica.

Eppure due anni fa qui ha vinto il M5S. Con la sua candidatura cosa propone per superare quella stagione?
Io considero il M5S un soggetto importante, non sarà facile vincere. Però noto che si comincia a capire che la protesta fine a se stessa non basta, e che la banalizzazione di questioni complesse non è cultura di governo. Capoccioni ha vinto promettendo la chiusura del Tmb del Nuovo Salario ma il presidente di municipio non ha alcun potere per farlo. E questo è stato un boomerang. Io non prometto ciò che non posso mantenere.

Crede che il Pd sia maturo ora per una coalizione di centrosinistra, che si possa evitare un nuovo “caso Marino”?
Credo che la mia vittoria esprima anche il giudizio che quell’evento così traumatico andava superato, non con la nostalgia e il rimpianto ma andando avanti tutti insieme e soprattutto riannodando un filo di dialogo con i cittadini.

I primi due provvedimenti, se fosse eletto?
La prima è applicare, come hanno fatto altri municipi, la delibera sugli spazi verdi fino a 5mila mq della giunta Marino che permette ai cittadini di prendersi cura del verde di prossimità. La seconda è la salute dei cittadini, che vuol dire eliminare da subito la puzza del Tmb. Poi va riorganizzato il trasporto pubblico, un tema talmente vitale che è stato oggetto di uno studio di alcuni ragazzi del municipio. La loro passione civica è ciò che un minisindaco può e deve valorizzare.

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