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Gestazione per altri, in Senato il via libera al «reato universale»

Gestazione per altri, in Senato il via libera al «reato universale»Manifestazione delle famiglie arcobaleno – Ansa

Diritti Le opposizioni attaccano: «Disegno di legge inutile e violento». Soddisfatti i Pro Vita: «È il coronamento di anni di battaglie politiche e culturali»

Pubblicato circa un mese faEdizione del 16 ottobre 2024

La gestazione per altri dovrebbe diventare reato universale. È atteso oggi al Senato il via libera definitivo al disegno di legge Varchi, che modifica la legge 40 del 2014 ed estende la perseguibilità del reato anche all’estero. Fuori dal Senato annunciata la presenza dell’associazione Pro Vita & Famiglia, per cui l’approvazione del ddl rappresenta «il coronamento di anni di battaglie culturali e politiche». Da oggi chi farà ricorso alla procreazione assistita in paesi in cui è legale e regolamentata, come alcuni stati Usa, al rientro in Italia sarà perseguibile secondo la legge italiana, con sanzioni fino a un milione di euro e la reclusione da sei mesi a due anni.

«Le famiglie non hanno il pane e il governo Meloni gli dà il ddl Varchi» ha detto ieri Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno, al presidio organizzato a Roma da associazioni e opposizioni in piazza Vidoni, a pochi passi da Palazzo Madama. «A questo governo non interessa nulla delle famiglie e dei bambini, ma deve dare il contentino a un gruppo di Pro Vita che sono una minoranza» ha proseguito Crocini. Presente in piazza anche Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, che bolla il decreto come «sbagliato, violento e anche demenziale. La destra lo fa in nome delle donne ma non ha interesse a tutelarle. Per farlo queste pratiche andrebbero regolamentate».

Anche Marilena Grassadonia, responsabile Libertà e Diritti di Sinistra Italiana, ha commentato il ddl definendolo come un atto che «non fa altro che aumentare lo stigma sociale contro bambini e ragazzi». Dal microfono invece Riccardo Magi di +Europa insiste per rilanciare l’opposizione «non solo dicendo no al reato universale, ma superando il reato nazionale». Lo stesso Magi ha depositato lo scorso anno alla Camera una proposta di legge elaborata dall’associazione Luca Coscioni, che attende ancora di essere calendarizzata in Aula.

La stessa associazione era presente ieri in piazza e lo sarà oggi in Senato assieme ad alcune coppie coinvolte. Come sottolinea la segretaria nazionale, Filomena Gallo, il testo è problematico anche sotto il profilo giuridico, in quanto «ignora il principio della doppia incriminazione, che è alla base del diritto penale». Per punire un cittadino italiano per un reato compiuto all’estero sarebbe necessario infatti che questo venisse considerato tale anche lì: fatispecie esclusa anche dall’Europa, che ha recentemente chiarito che non è possibile considerare la gpa reato universale, ma solo nei casi in cui questa implicasse abuso o sfruttamento.

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