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Gaza si specchia in Beirut e conta i suoi morti. Hamas: «Usa complici»

Gaza - AnsaIl cortile dell’ospedale al-Aqsa a Deir al-Balah – Abaca/Saeed Jaras

Palestina In 48 ore almeno 52 uccisi nei raid israeliani. Appello dell'Unicef: i bombardamenti stanno cancellando una generazione. I messaggi di solidarietà a Hezbollah e al Libano dei partiti palestinesi

Pubblicato 12 minuti faEdizione del 29 settembre 2024

Sulle pagine social che da Gaza aggiornano quotidianamente sull’offensiva israeliana l’attenzione ha virato verso nord: video e foto delle stragi che proseguono nella Striscia sono intervallati dalle notizie che giungono da Beirut.

Gaza guarda al Libano, si rivede nei bombardamenti a tappeto degli ultimi giorni. E non nasconde il timore che, con l’attenzione altrove, quanto accade nella piccola enclave palestinese sia facilmente archiviato.

EPPURE SOLO nelle ultime 48 ore a Gaza sono state uccise 52 persone e il bilancio (accertato) di vittime dal 7 ottobre è salito a 41.586, senza contare i dispersi tra le macerie mai scavate. Tra i più colpiti ieri il campo profughi di Nuseirat: all’alba un raid israeliano sulla casa della famiglia Harb ha ucciso due persone, un’altra è caduta in un secondo raid e una quarta per i colpi dell’artiglieria. Bombe anche sui campi di Maghazi e Bureij, su Khan Younis e sui quartieri di Zeitoun e Sabra a Gaza City. Decine i feriti.

Ci sono anche bambini, quelli a cui ieri si è rivolto l’ennesimo appello dell’Unicef. Il portavoce dell’agenzia dell’Onu, James Elder, in visita nella Striscia ha raccontato di una «crisi cumulativa» che peggiora a ogni viaggio che compie: «L’85% di Gaza è sotto una qualche forma di ordine di evacuazione, per questo gli attacchi indiscriminati fanno così tante vittime», ha detto.

Poi in diretta su al-Jazeera, davanti a uno dei pochi ospedali parzialmente funzionanti, ha dato voce a una disperazione comune tra gli operatori umanitari: «C’è una ragione semplice per cui Gaza non è mai collassata: i gazawi. Il tasso di alfabetizzazione è tra i più alti del pianeta: non importa quante crisi abbiano vissuto nonni e genitori, il focus è sempre rimasto l’educazione dei figli. Per ricostruire Gaza abbiamo sempre lavorato con medici, nutrizionisti, ingegneri gazawi. E ora siamo terrorizzati: in questi bombardamenti senza fine stiamo perdendo un’intera generazione di bambini. Non importa più quanti siano gli sforzi di genitori e nonni per dargli un’istruzione…Per questo è fondamentale il cessate il fuoco, per dare ai palestinesi la possibilità di ricostruire, e lo faranno».

Da Gaza ieri è arrivato anche l’atteso comunicato di Hamas sull’uccisione di Hassan Nasrallah, segretario generale di Hezbollah e tra i più stretti alleati del movimento islamico, l’unico sunnita dentro l’asse sciita guidato da Teheran.

NELLA NOTA pubblicata a stretto giro dall’annuncio ufficiale, Hamas – che a Beirut ha perso, il 2 gennaio, il numero 2 movimento, Saleh al-Arouri – offre le sue «sincere condoglianze e solidarietà» e accusa l’amministrazione statunitense «di piena responsabilità per il continuo sostegno all’occupazione, per il silenzio e l’incapacità di condannare, criminalizzare e fermare il terrorismo sionista».

Condoglianze anche dal partito rivale Fatah che ricorda «lo storico rapporto tra il popolo libanese e la sua resistenza e la Palestina» e dal suo leader, il presidente dell’Autorità nazionale Mahmoud Abbas.

Intanto dalla Cisgiordania il Palestinian Prisoners’ Society dava notizia della morte in custodia israeliana di un altro detenuto palestinese, il 30enne Walid Ahmad Khalifa, ferito da un colpo d’arma da fuoco giovedì notte durante l’arresto nella sua abitazione a Nablus.

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