Marco Furfaro, foto Ansa
Marco Furfaro – Ansa
Politica

Furfaro: «La Russa indecente, Meloni non può tacere»

Intervista Il deputato Pd: una classe dirigente inadeguata che pretende impunità. Ormai non passa giorno senza che ci tocchi chiedere le dimissioni di qualche esponente di Fdi. Il presidente del Senato doveva lasciare già dopo le frasi su via Rasella
Pubblicato circa un anno faEdizione del 9 luglio 2023

Marco Furfaro, deputato ed esponente della segreteria Pd, il caso La Russa arriva dopo giorni di scandali che riguardano esponenti di Fdi. Il presidente del Senato ha processo e assolto suo figlio da una accusa di stupro.

Sulla colpevolezza o meno del figlio decideranno i magistrati. Per noi la cosa più grave è che la seconda carica dello Stato si permetta di colpevolizzare la ragazza che ha denunciato, accusandola di aver atteso 40 giorni. Non conosce la legge che, non a caso, prevede 12 mesi di tempo e neppure le tante ragioni per cui spesso le vittime di violenza sessuale denunciano dopo settimane o mesi: perché temono di non essere credute e di finire sotto accusa. La Russa è colpevole di alimentare questo clima misogino, ed è deplorevole e indegno che queste parole arrivino dal presidente del Senato.

Chiederete le dimissioni?

In questi mesi siamo costretti a chiedere le dimissioni di qualche esponente della maggioranza ormai quotidianamente. E non certo per un accanimento da parte delle opposizioni. Dal ministro Lollobrigida che parla di «sostituzione etnica» al sottosegretario Delmastro che rivela carte secretate sul caso Cospito fino alla ministra Santanchè che non paga i fornitori e il tfr ai suoi dipendenti. Il tema ormai investe la complessiva inadeguatezza di questa classe dirigente. Che per coprire i propri scandali e fallimenti decide di riaprire una guerra contro la magistratura, un tema che si credeva ormai superato.

L’Anm parla di attacco «gravissimo» all’indipendenza della magistratura dopo le note di Palazzo Chigi e del ministero della giustizia.

La magistratura va rispettata sempre, non solo quando indaga gli avversari. E invece la destra ha mantenuto il piglio giustizialista quando si tratta di avversari politici, di migranti o di povera gente, e invece pretende l’impunità per se stessa. Stiamo tornando indietro nel tempo, a quando in cui pretendevano di difendersi dai processi e non nei processi.

Voi continuate a chiedere un intervento di Meloni su queste vicende. Cosa vi aspettate?

Non può comportarsi come una che passa di lì per caso: questa classe dirigente l’ha messa lei al vertice delle istituzioni, e deve dire cosa pensa di un presidente del Senato che colpevolizza una donna che denuncia una presunta violenza sessuale. E dire anche cosa pensa delle “fonti” di palazzo Chigi e via Arenula che attaccano ad alzo zero i magistrati. Meloni in questi anni ha ostentato la sua coerenza e rettitudine, ha chiesto di dimissioni di ministri per vicende molto meno gravi, penso a Josefa Idem che non aveva pagato l’Ici. E ora non si può nascondere.

Pensa che la premier voglia tornare ai tempi della guerra di Berlusconi contro le toghe?

È politicamente figlia di quella stagione molto più di quando sia disposta ad ammettere: 20 anni persi dietro alle leggi ad personam e ai conflitti d’interesse, un grave danno per il paese. Ma il problema oggi sono la precarietà e la disoccupazione, non l’ennesima difesa di interessi personali.

La ministra Santanchè ha mentito al Senato quando ha detto di non essere indagata?

Ha mentito agli italiani e per questo dovrebbe andarsene subito. Anzi, dovrebbe averlo già fatto, visto che non ha pagato i tfr ai dipendenti e ha fatto lavorare persone che erano in cassa integrazione a zero ore. Le sue responsabilità politiche sono sufficienti per pretendere le dimissioni, non c’è bisogno di attendere una sentenza.

Lo stesso vale anche per La Russa?

Questa classe dirigente di Fratelli d’Italia forse non ha compreso che oggi rappresenta lo Stato, non il proprio partito. Per La Russa che occupa la seconda carica della repubblica la cosa è ancora più grave. Per chiederne le dimissioni basterebbe la nota che ha scritto, il danno che ha fatto a tutte le donne vittime di violenza. Per noi doveva essersene già andato quando disse quelle cose indecenti sull’attentato di Via Rasella, prendendosela con i partigiani e difendendo gli occupanti nazisti. Ma ripeto: la responsabilità politica di tutte queste vicende è in capo a Meloni, che sta spingendo i suoi verso un altro scontro tra poterei dello stato che fa male all’Italia. Ci auguriamo che abbiano la decenza di fermarsi.

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