In tempi di inflazione e di aumenti del costo di carburanti, energia e alimenti è interessante riflettere su una ricerca della Oxford University (Lancet Planet Health 2021 Nov;5(11):e797-e807).

Questa indagine ha dimostrato che l’adozione di una dieta basata sui vegetali riduce i costi della spesa. La vulgata corrente dice il contrario: la verdura e la frutta, soprattutto se provenienti da coltivazioni biologiche, costano parecchio; le mandorle e le noci sono care e via elencando. Eppure, facendo bene i conti e confrontando i costi di una dieta onnivora standard con quelli di una dieta vegan (100% vegetale), gli studiosi inglesi dimostrano che mangiare vegan costa il 34% in meno. Certo, sono conti che valgono nei paesi ricchi, nei quali si consumano quantità esagerate di carne e di pesce, di latticini e di uova.

Alimenti che, al di là del prezzo indicato sull’etichetta, nascondono nella filiera produttiva impatti economici e ambientali che pure hanno costi importanti e che vengono fatti pagare non al singolo consumatore finale, ma messi furbescamente a carico della collettività (e cioè del portafoglio di tutti noi). L’Ue, ad esempio, sussidia regolarmente gli allevamenti intensivi mentre, secondo un rapporto di Greenpeace (Foraggiare la crisi. In che modo la zootecnia europea alimenta l’emergenza climatica, 2020), gli allevamenti industrializzati in Europa emettono l’equivalente di 502 milioni di tonnellate di CO2 all’anno.

Includendo le emissioni indirette di gas a effetto serra che derivano dalla produzione di mangimi, dalla deforestazione e da altri cambiamenti nell’uso del suolo, le emissioni totali attribuibili alla zootecnia europea sono equivalenti a 704 milioni di tonnellate di CO2, più delle emissioni annuali di tutte le auto e furgoni circolanti nell’Ue nel 2018. Che fare, dunque?

La scelta di basare la propria dieta in larga parte su alimenti di origine vegetale va nella giusta direzione. Cereali integrali, legumi, semi oleosi, frutta e verdure di stagione compongono una dieta salutare e anche sostenibile dal punto di vista economico, soprattutto se acquistati direttamente dal produttore nei mercati contadini oppure attraverso i gruppi di acquisto. Senza trascurare, avendone la possibilità, l’autoproduzione dagli orti: anche pochi metri quadrati sono in grado di fornire raccolti preziosi, utili per integrare (e ridurre) quanto proviene dal mercato.